Scienza e Tecnologia

Einstein aveva ragione: la relatività incassa conferme dopo 100 anni

Una delle ambizioni più elevate della scienza umana sta sicuramente nello scoprire quali siano le leggi che governano il nostro universo. La fisica, l’astrofisica, la matematica, l’astronomia: da secoli gli esperti i questi settori hanno tentato di trovare le risposte che si celano dietro i misteri a cui ancora non abbiamo dato spiegazione.

Ma nell’ultimo secolo, questi ambiti hanno fatto passi da gigante, grazie alle nuove tecnologie impiegate e alle nuove teorie espresse dalle menti geniali che hanno animato il dibattito. Tra cui una delle più fulgide e memorabili resta di certo Albert Einstein, che grazie alla sua Teoria della Relatività ha spiegato magistralmente alcuni dei meccanismi che stanno alla base della materia e dell’energia nel cosmo.

Chi avrebbe immaginato, però, che a oltre cent’anni dalla sua formulazione, la Teoria della Relatività riesca ancora ad incassare conferme strabilianti? È ciò che è emerso negli scorsi mesi dall’osservazione – la prima nella storia dell’umanità – di un buco nero.

Il buco nero osservato conferma la Relatività Generale

Einstein, infatti, è stato uno dei primi scienziati a dare un senso “fisico” all’esistenza dei buchi neri. Ne ha descritto le peculiarità sulla base di complessi calcoli matematici; ha compreso il meccanismo della deformazione spazio-temporale, che essi generano quanto più ci si avvicina alla circonferenza della porzione oscura, altresì detto “orizzonte degli eventi“.

Secondo la definizione dello scienziato, i buchi neri costituivano “oggetti cosmici estremamente compressi, contenenti incredibili quantità di massa all’interno di una regione minuscola”. Sullo spazio-tempo, spiegava che “La presenza di questi oggetti influenza il loro ambiente in modi estremi, deformando lo spazio-tempo e surriscaldando qualsiasi materiale circostante”.

Ed è esattamente ciò che si è osservato quando si è riusciti ad elaborare, per la prima volta, l’immagine del buco nero appartenente alla galassia M87. Ulteriori approfondimenti saranno oggetto degli studi nei prossimi mesi, ma questa notizia è straordinaria e fa be sperare per il futuro della nostra scienza.

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Pubblicato da
Monica Palmisano