News

Renault, 400.000 motori difettosi: a rischio moltissimi modelli

§21

Negli ultimi mesi è emerso uno scandalo che ha travolto la casa di produzione automobilistica Renault. L’azienda francese, infatti, è risultata responsabile di una serie di difetti di produzione, che a quanto pare interessano oltre 400.000 veicoli.

Non è la prima volta, negli ultimi anni, che una casa automobilistica finisca nell’occhio del ciclone per qualche motivo. Basti pensare all’uragano che ha investito Volkswagen e il diesel-gate, appena qualche anno fa. Ma in questa circostanza sembra siano moltissimi i clienti che protestano contro l’azienda, anche coloro i quali non posseggono un’auto targata Renault. Questo perché la casa francese vende i propri componenti anche ad altre aziende leader nel settore automobilistico, e questo sta causando enormi problemi su vasta scala.

Scandalo Renault, a rischio l’integrità di oltre 400.000 veicoli

L’inchiesta condotta dal giornale francese QueChoisir ha fatto emergere una criticità riscontrata da moltissimi clienti. Il problema sembrerebbe interessare i motori 1.2 benzina (in particolar modo quelli creati con componenti H5FT, fabbricati fino al 2018).

Stando alle dichiarazioni dei malcapitati, il motore si rompe improvvisamente a causa dell’eccessivo consumo di olio. Sono stati rilevati casi in cui i propulsori consumavano più di un litro di olio ogni 1000 km percorsi. I modelli interessati dal problema sembrerebbero i seguenti:

Renault (1.2 TCe 115/120 e 130 ch)

  • Clio 4
  • Captur
  • Kadjar
  • Kangoo 2
  • Mégane 3
  • Scénic 3
  • Grand Scénic 3

Dacia (1.2 TCe 115 e 125 ch)

  • Duster
  • Dokker
  • Lodgy

Mercedes (1.2 115 ch)

  • Citan

Nissan (1.2 DIG-T 115 ch)

  • Juke
  • Qashqai 2
  • Pulsar

Fra l’altro, ad aggravare la situazione vi è il disinteresse da parte dell’azienda nell’assumersi la responsabilità dell’errore e a provvedere essa stessa alla riparazione. Questo implica che al momento non ci siano coperture di garanzia per sostituire i motori a tutte le auto a rischio, e che i clienti dovranno sborsare talvolta anche 10.000 euro per continuare a usare la propria auto.

Condividi
Pubblicato da
Monica Palmisano