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Libra non convince, le dieci domande di AltroConsumo per Facebook

Libra, la criptovaluta promossa da Facebook e che si pone l’obiettivo di raggiungere l’oltre un miliardo di persone unbanked presenti in tutto il mondo, rivoluzionando il mondo dei pagamenti così come ha rivoluzionato quello delle relazioni sociali, sin dal primo giorno in cui è stata annunciata al pubblico ha suscitato molti dubbi, critiche e domande.

Tanto che la stessa Federal Reserve americana ha dichiarato che se Facebook non provvederà a fornire effettivi chiarimenti su temi di fondamentale importanza come quello della privacy, del riciclaggio, della protezione dei consumatori e della stabilità finanziaria, è impensabile che il progetto di realizzazione di Libra possa continuare. Facebook ha poi dichiarato che questi temi sono fondamentali anche per la Libra Association, ovvero l’associazione no profit che governerà il progetto, motivo per il quale l’annuncio è stato dato con largo anticipo.

Euroconsumers, la rete delle Organizzazioni di consumatori di Italia, Spagna, Belgio, Portogallo e Brasile, di cui Altroconsumo

è membro, ha preparato dieci domande che riassumono i temi sui quali è necessario fare chiarezza.

Libra, dieci domande per Facebook

Di seguito, le dieci domande che Euroconsumers ha preparato per Facebook.

  1. Quali sono i costi per usare Libra e come sarà garantita la sicurezza delle transazioni?
  2. Cosa succede se l’account di un utente viene hackerato?
  3. Sarà legale commerciare in Libra?
  4. In che modo Facebook garantirà la protezione dei consumatori da potenziali attività di riciclaggio di denaro sporco?
  5. Ci saranno rischi di frodi fiscali?
  6. Libra si adeguerà alla legislazione europea a tutela dei consumatori?
  7. Le Autorità saranno in grado di sorvegliare Libra e garantirne un uso sicuro?
  8. In che modo Libra influenzerà la concorrenza e le scelte dei consumatori?
  9. Potremo fidarci di come saranno utilizzati i nostri dati?
  10. Dove avranno sede Calibra e Libra?

A questo punto non ci resta che attendiamo, dunque, la risposta di Facebook.

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Pubblicato da
Raffaella Papa