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Messaggi vocali, cinque pratici consigli per utilizzarli al meglio

Dovete cercare una casa per queste festività? Semplice: provate a mandare dei messaggi vocali ad un amico. È questo l’esperimento che ha fatto Wiko, brand di telefonia portavoce del “lusso democratico”, mostrando in un video come il messaggio sia passato di regione in regione, toccando da Sud a Nord tutta la penisola.

Il simpatico esperimento vuole essere lo spunto per fare una riflessione sui messaggi vocali, fornendo alcuni consigli in modo che non siano troppo invadenti o controproducenti. Ecco dunque le cinque pratiche raccomandazioni di Wiko per essere ascoltati davvero e non rischiare di ‘innervosire’ il vostro interlocutore.

 

Messaggi vocali, i trucchi per inviarli ad amici e parenti

Less is more. Se volete che il vostro messaggio venga ascoltato fino alla fine, non superate i 20 secondi. La soglia d’attenzione di una persona che vi ascolta comincia a calare dopo i primi 3 secondi

, figuriamoci dopo 20. Siate sempre concisi, chiari e diretti. Il secondo consiglio è quello di valutare le reazioni.

Se continuate a mandare vocali, e la risposta vi arriva sottoforma di messaggio testuale, forse state sbagliando codici di comunicazione. Meglio ripristinare lo scambio e adeguarsi all’interlocutore. Potreste rimanere sorpresi e scoprire che l’unico modo per comunicare con vostra madre siano proprio i vocali, mentre il partner non li tollera.

Il terzo consiglio riguarda il contesto: dove verrà ascoltato il vocale? Se sapete che chi riceverà il vocale è a lezione, in ufficio o, peggio impegnato in una riunione, meglio evitare. Se invece sapete che il destinatario non ha impegni in agenda, un vocale potrebbe essere la comunicazione ideale, e che esclude la necessità di guaradare lo schermo.

Non fatevi prendere la mano. Nelle chat di gruppo i vocali generano il massimo grado di fastidio. Le famose chat di classe, ma anche le più informali chat con gli amici del calcetto, rischiano di divenire un inferno tra continui botta e risposta. I più tenaci forse resistono fino al terzo vocale! Non abusate.

Infine, misurate l’importanza. Se volete essere proprio sicuri che il destinatario riceva l’informazione che volete comunicare non rischiate che non possa ascoltarla. I vocali sono sempre più una realtà: veloci, pratici, immediati. Per alcuni, soprattutto per i più giovani, sono l’unico modo di comunicare ma per altri il “male assoluto”.

Seguendo queste regole di buon senso è possibile ottenere ottimi risultati, non come la protagonista del video di Wiko che è riuscita sì a trovare una casa per il ponte di Pasqua, ma a 1.300 Km dal suo punto di partenza.

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Pubblicato da
Marco Serra