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Il 5G è la causa degli aumenti in Tim, Wind 3, Vodafone e Iliad

Non è un segreto che le società di telecomunicazioni abbiano investito una fortuna sul progetto per il 5G. Si parla di cifre da capogiro, che si attestano sui 6,5 miliardi complessivi spesi nella sola asta per le frequenze 5G, tenutasi a fine estate dello scorso anno.

Le maggiori investitrici sono state Tim e Vodafone, che hanno messo sul piatto ben 2,3 miliardi di euro ciascuna, seguite da Wind-Tre, Iliad e fanalino di coda Fastweb (che però può contare sulle infrastrutture Tiscali).

Un così ingente esborso di denaro non è certo casuale. Le società di telefonica sanno bene su quale cavallo hanno deciso di puntare, ed è un purosangue che promette grandi imprese: la rete 5G infatti rivoluzionerà totalmente il nostro modo di concepire la tecnologia.

Le compagnie stanno infatti investendo direttamente nel servizio per l’utente finale, con l’obiettivo di creare un ambiente urbano che benefici della connettività in 5G e che migliori la vita quotidiana dei cittadini.

Con lo sviluppo di reti elettriche guidate dall’AI (intelligenza artificiale), ad esempio, sarà possibile ridurre al minimo disservizi e interruzioni di corrente, e con la crescita del settore della smart security

, il 5G consentirà un maggiore monitoraggio dei fenomeni di criminalità. Tutto questo per rendere le città sempre più a misura d’uomo, facendo sentire l’utente coinvolto in un grande progetto che lo vede protagonista.

Il rovescio della medaglia

D’altra parte, questa grande innovazione non potrà non lasciare il segno su chi avrà la possibilità di fruirne. Verosimilmente, si registrerà un aumento nei costi delle tariffe, volto a colmare il gap di entrate determinato sia dalla corsa per il low-cost (dopo lo sbarco di Iliad in Italia) sia, appunto, dagli investimenti nel settore 5G.

Per questa ragione, si prevede che le offerte partiranno da una base di almeno 30 euro, attestandosi probabilmente sulle 40-50 euro mensili a seconda delle opzioni che si vogliono inserire nel proprio piano. I costi dovranno seguire una linea comune mondiale, e allo stesso tempo dovranno permettere alle aziende di rimpinguare le proprie casse per favorire ulteriori investimenti nel settore.

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Pubblicato da
Monica Palmisano