Gli operatori storici sul suolo italiano non ricevevano una battuta d’arresto da diverso tempo, e abituati a farsi battaglia fra loro a colpi di promozioni neanche poi così vantaggiose, avevano perso molta credibilità agli occhi dell’utenza.

Essendosi dimostrati incapaci di uscire fuori dalla propria comfort zone di incassi, per venire invece realmente incontro alle esigenze di una clientela ormai stanca e assuefatta, i gestori di telefonia si sono a lungo crogiolati nella convinzione di poter proseguire nella competizione “di facciata” e non proporre mai nulla di realmente innovativo, che portasse quella ventata d’aria fresca che un mercato stagnante forse necessitava.

Il boom di Iliad: dagli inizi claudicanti alla stabilizzazione della rete

Ci ha dovuto pensare un’azienda straniera a riportare un po’ di pepe nella competizione nostrana, e a dimostrare agli utenti che si può essere capaci di attrarre un buon seguito senza sotterfugiofferte farlocche e (nas)costi extra non dichiarati esplicitamente al momento della sottoscrizione delle offerte.

Tant’è vero che l’azienda di Xavier Niel, dopo solo pochi mesi dal suo arrivo in Italia, ha portato dalla propria parte ben 2,5 milioni di clienti stanchi e desiderosi di affidarsi ad un servizio serio e qualitativamente valido. Certo, i primi tempi non sono stati facili con il boom di sottoscrizioni e di nuove SIM vendute. Ci si aspettava una buona risposta, ma la verità è che Iliad ha davvero sbaragliato la concorrenza, aprendo le porte ad un milione di clienti in un solo mese di attività in Italia.

Per questo motivo, inizialmente ci furono diversi problemi con la ricezione e la lentezza dei dati, dovuti ad un imprevisto sovraccarico della rete. Ma già dopo qualche tempo i disagi cominciarono a risolversi, e ad oggi gli attuali clienti si dicono soddisfatti dell’operatore.

Le nefaste conseguenze sugli operatori “storici”

Proprio per quest’esodo massiccio di clienti dagli operatori tradizionali, quali Tim, Vodafone e soprattutto il neoformato gruppo Wind-Tre (che complessivamente perde l’11,2% del fatturato rispetto al 2017) è avvenuta contestualmente una vera e propria emorragia di clienti, che ha portato perdite per oltre 300 milioni alle aziende in questione. Questi dati sono analizzabili grazie allo studio effettuato da Mediobanca, che ha individuato altresì una diminuzione dei ricavi di Vodafone (-6,2%) e di Tim (-3,1%).

L’arrivo di Iliad ha quindi stravolto gli equilibri di una situazione da troppo tempo statica. Per competere con le offerte proposte dall’operatore francese, perlopiù all-inclusive e a prezzi estremamente concorrenziali rispetto alla media dei piani tariffari in Italia, le aziende si sono dovute adeguare abbassando i propri prezzi e creando bundle più appetibili.

Questo ha determinato un notevole abbassamento dell’indice ARPU, come detto già in precedenza, e i ricavi medi per utente hanno subito un drastico calo. Per rialzare il quale, purtroppo, le aziende sono intervenute ad esempio eliminando la propria formula all-inclusive e inserendo un costo a parte per l’invio di SMS, o portando avanti altri tipi di strategie tutte volte a riassestare i ricavi verso un trend in positivo.

La situazione oggi: una fotografia del mercato italiano

Facendo un quadro della situazione italiana, comunque, Iliad risulta all’ultimo posto per fetta di mercato posseduta. Le ambizioni sono alte, tanto che Xavier Niel stesso dichiarò di voler arrivare ad avere dalla propria parte il 10% delle SIM attive sul territorio nazionale. Per il momento resta un obiettivo lontano, ma se la società continua bene, non sarà irraggiungibile.

Guidano invece la classifica Tim e Vodafone, che possiedono rispettivamente il 31,0% e il 29,4% della clientela, subito seguiti dal gruppo Wind-Tre con il suo 29,1%. Altresì ben posizionata PosteMobile, con il 3,4%.

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