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Iliad: dall’arrivo in Italia Tim, Wind, Tre e Vodafone hanno perso 300 milioni

Secondo uno studio del popolare istituto bancario Mediobanca, tra gli operatori di telefonia mobile c’è stata un’emorragia nei ricavi di circa 300 milioni di euro e, sempre secondo i dati, il principale sospettato è Iliad. Colpa soprattutto dei suoi prezzi estremamente votati al ribasso che hanno fortemente influenzato tutto il mercato dell tariffe nel 2018.

Dopotutto, la politica del gestore francese sin dal suo arrivo è piaciuta molto agli utenti, tanto che il numero delle SIM attive ha superato i 2,5 milioni a fine 2018. In un mercato che muove diversi miliardi di euro l’anno e che vale il 2% del PIL italiano, l’entrata di Iliad ha creato un vero shock per i competitor, tanto che le loro perdite di clienti hanno sfiorato in alcuni casi cifre importanti.

Stando al rapporto, chi ha perso maggiormente denaro nella telefonia mobile è stato il gruppo Wind Tre, con un meno 11,2% di fatturato rispetto all’anno precedente. A seguire c’è Vodafone con un 6,2%, mentre TIM perde un più contenuto 3,1%.

 

Iliad e gli altri operatori: il comparto cresce grazie all’operatore francese

Anche la situazione dal punto di vista del numero di clienti non è dissimile dal confronto con i ricavi. Sebbene il comparto intero segna un +3,0% di crescita nelle SIM attivate, il vantaggio maggiore lo riceve proprio Iliad, mentre gli altri operatori si attestano sui valori del 2017. Guida sempre la classifica TIM con il 31,0% del totale, seguito da Vodafone con il 29,4% e Wind Tre con il 29,1%. Nonostante tutto si difende ancora Poste Mobile il 3,9% della quota di mercato, e Iliad chiude appunto la classifica.

Ovviamente i maggiori beneficiari dell’entrata in campo dell’operatore francese sono stati i consumatori, i quali non hanno vissuto anno migliore per la tariffazione mobile. I prezzi nettamente più bassi di Iliad hanno spinto i gestori prima a disperate rimodulazioni e poi a vere operazioni low cost per arginare l’emorragia di clienti verso i francesi.

Se volete leggere più approfonditamente lo studio pubblicato da MedioBanca, ecco il link diretto.

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Pubblicato da
Flavio Mezzanotte