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Radiazioni: i clienti Xiaomi, Huawei e OnePlus dovrebbero proteggersi

Le radiazioni emesse dagli smartphone sono vere e non un’invenzione dei social. Sebbene quelle emesse siano di tipo non ionizzato (e quindi non provocano mutazioni genetiche del DNA), queste possono riscaldare i tessuti del corpo provocando danni anche gravi.

A sollevare questa condizione, però, vi sono due notizie importanti: la prima è che gli smartphone in vendita in  Italia sono tutti a norma di legge e che, nel caso si sia preoccupati, il problema può essere risolto con due semplici accorgimenti. 

Radiazioni e valori SAR, come si spiegano?

Secondo uno studio svolto da Forbes, una lista di smartphone di note marche mondiali (tra cui Xiaomi, Huawei e OnePlus) è stata subito ritenuta colpevole di malattie e danni gravi alla salute… senza essere vero! L’inchiesta degli smartphone è diventata una sorta di fake news negli scorsi mesi, ma per fortuna sono intervenute associazioni come l’AIRC a smentire il tutto. E’ vero, i modelli con un alto valore SAR

(tasso di assorbimento specifico) potrebbero provocare qualche possibile danno… ma non è questo il caso. Come mai? Per il semplice fatto che tutti i terminali rispettano la norma di legge che prevede il limite di 2 watt per chilogrammo.

Attenzione quindi: non è vero che se siete in possesso di un modello marcato Xiaomi, Huawei o OnePlus dovrete buttare il vostro smartphone poichè non si incorre in alcun rischio. Nonostante ciò, per tutti i possessori interessati a diminuire eventualissimi danni è sufficiente utilizzare due trucchetti:

  1. utilizzare delle cuffie quando si è in chiamata (a distanza di 40 cm le radiazioni non hanno effetto);
  2. non tenere il telefono in zone sensibili del corpo.

Infine, di seguito, vi riportiamo la lista degli smartphone “incriminati”

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Pubblicato da
Paola Carioti