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Apple hackerata, ragazzino arrestato: la storia di uno studente australiano

Al mondo esistono sostanzialmente tre tipi di hacker, chi lo fa per creare danni e basta (black hat), chi lo fa con un scopo benefico (white hat) e chi lo fa per divertimento o sfida personale. Quello di questa storia rientra nell’ultimo gruppo in quanto non aveva cattive intenzioni.

Si tratta di uno studente australiano, le cui generalità non sono state divulgate per la sua salvaguardia. Nel giro di un anno, questo giovane hacker si è intrufolato più volte nei database di Apple finendo per rubare 90 GB di file sensibili. Perché l’ha fatto? Perché è un fan della compagnia tanto da volerci lavorare in futuro.

 

Dall’FBI alla polizia Federale Australiana

Dalla sua piccola casa situata in un sobborgo di Melbourne, è riuscito ad entrare più volte nel mainframe sicuro di Apple che ne sarebbe accorta solo dopo molto. La compagnia ha segnalato tutto all’FBI che riuscendo a risalire all’hacker, ha contattato le autorità australiane preposte che si sono fiondate a casa del ragazzo. Nell’abitazione hanno trovato i dispositivi

con cui aveva fatto il lavoro sporco insieme al software; i dati erano stati messi in una cartella chiamata “Hacky hack hack“.

In ogni caso, il ragazzo si è dichiarato colpevole in un tribunale per minori che però non ha ancora emesso una condanna anche perché sembrerebbe esserci in gioco la sua sicurezza. A quanto pare è famoso nella comunità degli hacker e una sua esposizione potrebbe attirare l’attenzione di qualcuno mosso da spirito vendicativo. Fortunatamente per lui, Apple è la prima che risulta sensibile alla privacy e, magari, visto le capacità dimostrate dallo studente, potrebbe veramente assumerlo.

C’è da dire una cosa che a quanto pare a molti al giorno d’oggi sfugge. Vantarsi di una cosa del genere sui social, non è sintomo di genialità, ma di stupidità. Il ragazzino, infatti, si vantava dei suoi successi con i suoi amici su WhatsApp.

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Pubblicato da
Giacomo Ampollini