Come stabilito nel comunicato del Ministero dello Sviluppo Economico italiano presieduto dal ministro Luigi Di Maio, il sistema delle nuove frequenze chiamato DVB-T2 è stato per ora accantonato. Il Comitato interministeriale per la Banda Ultra Larga guidato dal ministro del Lavoro delle Politiche Sociali non ha più menzionato le parole DVB-T2 e HEVC.

La buona notizia, almeno, è che il Governo ha scelto lo standard di trasmissione MPEG4, soppiantando definitivamente l’obsoleto sistema MPEG2, seguendo la road map già impostata dall’UE e recepita dal precedente Premier.

 

DVB-T2: rimane comunque la scadenza del 2022

Consci di dover al più resto liberare le frequenze per la nascita del 5G, per ottenere un più efficiente utilizzo delle frequenze rimaste, il passaggio alla tecnologia DVB-T2 sembrava il più semplice. Tra l’altro, un sistema reso obbligatorio già su tutte le TV costruite e vendute da gennaio 2017.

Il passaggio a DVB-T2 non sarà possibile comunque fermarlo. Diciamo che il Governo ha deciso d’impostare un transito più soft rispetto a quanto stabilito lo scorso anno, quasi seguendo le allora parole del dirigente RAI Morello. L’ingegnere della televisione nazionale commentò che “uno switch off totale al DVB-T2 nel 2022 non sembrava affatto possibile, ritenendo che un primo passaggio verso lo standard MPEG4/H.264 restando in DVB-T era meno traumatico. Portando tutti i canali in HD entro il 2022 avrebbe reso più semplice il cambio alla tecnologia DVB-T2”. Morello poi chiuse il suo intervento sostenendo che le trasmissioni regolari in 4K HDR (con lo standard HEVC o H.265) avrebbero richiesto moltissimi anni ancora.

A margine del comunicato del Ministero, è stato istituito il tavolo “TV 4.0″ che coinvolge anche l’AGCOM e i principali operatori del settore televisivo. Tale incontro tecnico stabilirà un’attuazione ordinata della migrazione della banda 700Mhz verso il 5G, e dirigerà la trasformazione digitale del settore televisivo verso i nuovi standard.

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