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Cyberbullismo: ministro della sicurezza britannico vuole porre fine all’anonimato online

Ben Wallace, il ministro della sicurezza del Regno Unito, ipotizza che il tipo di autenticazione utilizzato dalle banche dovrebbe essere implementato anche dalle compagnie Internet per eliminare il bullismo giovanile online. Il politico britannico sostiene che le persone devono poter fare la scelta tra il “selvaggio west o una società civile” nel cyberspazio.

Le parole del ministro seguono quelle di Theresa May, che aveva già messo in guardia le società tecnologiche per intervenire sugli attacchi alle donne sulle loro piattaforme. Ben Wallace ha anche sottolineato ai social network come WhatsApp, Facebook e Twitter la necessità di assumersi le loro responsabilità e contribuire a combattere gli abusi on-line con la stessa urgenza nel trattare la minaccia del terrorismo modificando il sistema di cifratura che garantisce l’anonimato.

 

Il cyberbullismo difeso dall’anonimato

Il bullismo e l’interesse verso i giovani hanno modo di esistere perché le persone sanno di non poter essere identificate

“, ha dichiarato il ministro inglese al quotidiano Times, osservando che le persone non dovrebbero essere protette dall’anonimato. All’arrivo del vertice del G7, il primo ministro Theresa May ha detto che “ciò che non illegale offline deve essere illegale online, e mi appello ai leader del mondo nell’agire seriamente per affrontare questi problemi, come stiamo facendo in Gran Bretagna, nel nostro impegno a legiferare sui pericoli online“.

Il consiglio e la forte denuncia proveniente dal Paese britannico si pone, quindi, come un atto di difesa ed una decisa sensibilizzazione affinchè anche gli altri Paesi possano seguire le orme e garantire una protezione più efficace a quanti navigano ogni giorno in rete.

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Pubblicato da
Federica Vitale
Tags: anonimato