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Intel: individuata un difetto simile a Spectre e Meltdown ed è Variant 4

Intel, per quanto riguarda Spectre e Meltdown la questione non è finita

Ve la ricordate la Chipocalypse? Si tratta di un problema legato ai processori prodotti prevalentemente da Intel negli ultimi 20 anni. Questo prodotti tecnologici risultano essere affetti da un paio di difetti chiamati Spectre e Meltdown. Entrambe sono delle vulnerabilità, la prima più subdola della seconda, che mette potenzialmente a rischio ogni computer al giorno d’oggi. Per quanto sia vero che i chip Intel siano quelli più colpiti, anche quelli prodotti da AMD e ARM non ne sono immuni.

In ogni caso, i ricercatori di queste compagnie insieme a Google e Microsoft hanno scoperto un nuovo difetto chiamato Variant 4. Quest’ultima variazione è stata annunciata ieri, lunedi 21 maggio 2018 ed è molto simile alle due precedenti.

 

Variant 4

Quest’ultima, non è una vulnerabilità così grave, questo spiega anche perché non è stata individuata insieme alle altre. È classificata a rischio medio visto che molti dei suoi exploit sono già stati corretti

. indirettamente, mentre si cercava di contenere le altre due.  Per quanto riguarda il modo in cui funziona, le aziende dicono che funziona caricando dati sensibili sul processore tramite Speculative Store Bypass.

Al momento non si hanno prove di hacker che abbiano sfruttato tali exploit anche se adesso, per risolvere il tutto, potrebbero volerci settimane. Pertanto, gli utenti di dispositivi su tutta la linea vorranno tenere d’occhio gli aggiornamenti e installarli manualmente secondo necessità. Ciò include software di terze parti come i browser.

Per quanto si tratti di un vulnerabilità classificata come a medio rischio, è sempre meglio stare attenti. Il fatto che i produttori di processori abbiano venduto per anni dei dispositivi difettati la dice lunga.

Se quando ho nominato Chipocalypse vi è venuto in mente altro, non preoccupatevi, è lo stesso nome che hanno dato alla penuria di patatine che ha colpito la Nuova Zelanda ad ottobre dell’anno scorso.

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Pubblicato da
Giacomo Ampollini