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Postepay e PayPal nel mirino dei truffatori: ecco le truffe più comuni nel 2018

L’e-commerce, ovvero il commercio online, ha vissuto in questi anni un grande periodo di espansione. Le ragioni di questo successo sono sotto gli occhi di tutti. La vendita e l’acquisto di servizi e prodotti sul web offre una vastissima gamma di scelta a fronte di prezzi molto più bassi di quelli normali.

Inoltre un altro fattore che ne determina il successo è la comodità di potere effettuare queste operazioni direttamente da casa. Infatti è sufficiente disporre di una connessione a internet e un dispositivo come smartphone o PC. In questo grande scambio di beni e denaro era inevitabile che si inserissero anche truffatori e ladri. Questi, attirati da nuove prospettive di guadagno, hanno individuato i punti deboli di queste transazioni. Oggi parliamo di due colossi dell’e- commerce: i due servizi di pagamento Postepay e PayPal.

PostePay, clienti vittime di truffe e frodi online

Il primo è una carta di pagamento prepagata ricaricabile lanciata dalle Poste Italiane nel 2003. La sua comodità è di poter disporre di una carta su cui caricare piccole somme di denaro per poter effettuare acquisti sia in luoghi fisici sia online. E’ qui che però che si corrono i rischi maggiori. Infatti molti possessori della carta sono stati truffati tramite phishing. Con questa parola si intende tutte quelle truffe che seppur eseguite in vari modi fanno capo ad uno stesso procedimento. Il phishing consiste nel tentativo da parte dei truffatori di impossessarsi di informazioni personali e codici di accesso: questo con la finalità di impadronirsi della carta del malcapitato e del denaro presente.

 

PayPal, clienti vittime di truffe e frodi online

Per farlo i truffatori inviano delle comunicazioni fake, dei messaggi truffaldini. Vengono adoperati tutti gli strumenti comunicativi possibili: SMS, Whatsapp, e-mail e addirittura call center. In questi messaggi il truffatore simula una comunicazione ufficiale da parte delle Poste Italiane e con una scusa ben elaborata attira il malcapitato nella propria rete. Una volta aperti questi messaggi solitamente si viene reindirizzati ad una pagina fake

delle Poste. Qui come ultimo passaggio si comunicano i propri dati e il gioco per i truffatori è fatto. Con queste informazioni accedono alla carta e vi derubano.

 

Invece per il servizio Paypal il discorso è un po’ più diverso. Anche Paypal è un servizio di pagamento ma più variegato. Offre sia la possibilità di adoperare una carta di pagamento da loro messa a disposizione sia di farsi intermediario nelle transazioni online, soprattutto per i pagamenti online. Grazie a questo strumento è possibile fare acquisti semplicemente usando la propria e-mail e la relativa password, associando una propria carta o un proprio conto. Così non è necessario utilizzare i codici di accesso di carte e conti correnti. Sebbene alzi il livello di sicurezza nelle transazioni, anche questo strumento non è esente da pericoli e tentativi di truffa.

Le truffe sono molte, eccone alcune delle più comuni. Per esempio richieste di spedire la merce senza averla prima pagata. Solitamente in questo caso il truffatore ha un indirizzo e-mail che non termina come dovrebbe, ovvero con @paypal.com. Questo è un modo facile e veloce per smascherarlo. Oppure potrebbe sostenere che non puoi ricevere il pagamento perché la valuta su cui hai impostato il servizio non coincide con quella con cui lui pagherebbe. Anche in questo casa è una truffa perché PayPal accetta tutte le valute senza distinzioni. O ancora la persona con cui stiamo trattando sostiene che tu debba pagare per attivare il tuo conto, ma anche questo è un tentativo di raggiro perché il servizio PayPal è gratuito.

Questi sono i casi più noti e frequenti. Ad ogni modo Paypal mette a disposizione un servizio di assistenza dei clienti. In caso di dubbi, perplessità o sospetti di truffa è bene rivolgersi tempestivamente a questo e chiedere delucidazioni. Per combattere le truffe online gli strumenti più utili sono sempre gli stessi: diffidenza e informazione.

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Pubblicato da
D'Orazi Dario