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Nasce l’applicazione per segnalare i reati alla Polizia: in cosa consiste e come funziona esattamente

You Pol è il nome di una nuova nuova applicazione sviluppata localmente dalla Polizia di Stato allo scopo di realizzare un canale di comunicazione diretto per la segnalazione dei reati e nella fattispecie nei confronti degli episodi di bullismo, maltrattamento e spaccio di sostanze illecite. Il tutto fa capo ad un’applicazione immediata e semplice da utilizzare che concede anche la segnalazione in forma anonima.

You Pol: l’applicazione anti-criminale

L’applicazione della Polizia di Stato si rivolge espressamente al popolo giovane, ma anche a tutti i cittadini in possesso di uno smartphone o di un tablet. Questi, infatti, possono contribuire ad incrementare la sicurezza del proprio territorio e dei propri concittadini.

L’iniziativa è decisamente importante in quanto riduce notevolmente il gap tra cittadini ed istituzioni, eliminando al contempo gli ostacoli delle barriere culturali e delle minacce che portano ad una non segnalazione degli episodi. 

Come funziona l’applicazione della Polizia di Stato

Come prima operazione scarichiamo l’app dal nostro store di fiducia su smartphone e/o tablet. A questo punto abbiamo davanti agli occhi la nuova interfaccia da cui stabilire un contatto diretto con la più vicina stazione di Polizia. Grazie all’app possiamo inviare fotografie, video, segnalazioni scritte o anche link il cui scopo è quello di denunciare eventuali violazioni cui si è assistito in prima persona o in maniera indiretta.

Al primo accesso potremo decidere se i nostri dati identificativi possano essere o meno trasmessi o se inviare tutti i contenuti in forma completamente anonima. Oltre questo l’applicazione You Pol

permette di effettuare una chiamata di emergenza che grazie alla funzione Geo-Local consentirà agli operatori di intervenire tempestivamente.

You Pol: è sicura?

Il sistema implica la trasmissione dei dati alla Polizia nonché indirizzo, immagini ed eventuali altri riferimenti sensibili. Il tutto rientra quindi nel contesto della Direttiva Europea n. 680 del 2016, relativa alla “Protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali da parte delle autorità competenti a fini di prevenzione, indagine, accertamento e perseguimento di reati o esecuzione di sanzioni penali”. Si tratta del famoso ed ultimamente tanto discusso GDPR visto nel contesto Whatsapp e delle altre piattaforme online di social networking e messaggistica istantanea.

Il Decreto, nella fattispecie, ha lo scopo di disciplinare le attività che comportano il trattamento di dati personali in relazione a circostanze che si legano alla prevenzione ed alla sicurezza da parte delle attività di pubblico impiego sia a livello nazionale che comunitario. I dati saranno trasmessi e conservati soltanto per il tempo necessario ad identificare i riferimenti concessi ed è data comunque facoltà all’interessato di rettificare, cancellare e limitare il trattamento al di fuori del contesto giudiziario specifico cui si applicano le norme di legge vigenti dall’ordinamento statale.

In conclusione possiamo dire che si tratta di una raccolta dati consapevole e senza alcun dubbio un sistema efficace che vede nell’impiego della tecnologia un mezzo adeguato a garantire la nostra e l’altrui sicurezza. Voi che cosa ne pensate al riguardo?

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Pubblicato da
Domenico