Facebook è stato multato con 33,4 milioni di dollari. La compagnia è stata accusata perché non ha fornito i messaggi di WhatsApp al governo brasiliano. Essi erano necessari per un’indagine sui soldi rubati dai fondi pubblici.

I ministeri brasiliani avevano chiesto a Facebook di fornire i messaggi di persone sospettate di aver frodato il sistema sanitario. La compagnia non ha acconsentito e ci sono state conseguenze. In una dichiarazione fornita a Reuters, Facebook ha definito la multa “infondata”. Inoltre, ha affermato che sta esplorando “tutte le opzioni legali”. L’ammenda emessa per la società include l’interesse. Essa copre anche un periodo di non conformità di tre mesi prima che i risultati dell’indagine fossero resi pubblici nel 2016. I dettagli della controversia devono ancora essere totalmente esposti.

Facebook accusato per aver compromesso le indagini del governo brasiliano: multa di 33 milioni di dollari

Però, con una richiesta simile in qualsiasi giurisdizione, Facebook dovrebbe chiudere immediatamente. Infatti, il suo servizio di messaggistica afferma che non salva mai il contenuto dei messaggi inviati attraverso la sua rete. Inoltre, la crittografia end-to-end renderebbe estremamente difficile la lettura di tali comunicazioni, anche se sono intercettate. Facebook, a causa di queste problematiche, è stato anche ripreso dalle autorità europee.

L’azienda sta anche subendo uno scandalo della privacy digitale su larga scala che ruota attorno alla società americana Cambridge Analytica. Il tema della privacy degli utenti sul web rimane un problema altamente discusso. Ad esempio, i dati degli utenti hanno un valore inestimabile per Facebook e Google. Essi servono a monetizzare le offerte rivolte ai consumatori. Le informazioni raccolte continuamente dalle due compagnie sono fornite gratuitamente dagli utenti, a volte inconsapevolmente. In seguito le informazioni vengono sfruttate dalle varie aziende. Infatti, tali informazioni sono continuamente usate per alimentare reti di distribuzione pubblicitaria mirate. In questo modo si vendono materiali promozionali contestuali per conto degli operatori di marketing.

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