Il mese scorso sono emersi strani dettagli su un‘unità segreta all’interno della famosa compagnia Uber. Un gruppo di persone il cui scopo sembrerebbe essere quello di rubare segreti commerciali, sorvegliare la concorrenza, usare messaggi autodistruggenti e schivare regolatori governativi. Manca solo un cattivo con i denti di ferro per sembrare qualcos’altro. Queste informazioni sono comparse all’interno di una lettera consegnata all’azienda stessa da un ex dipendente e poi letta in tribunale.

La lettera di Jacobs

La lettera è diventata importante nel caso giudiziario tra i due giganti Uber e Waymo. Le cose scritte nel documento chiude un anno disastroso per l’azienda.

Tra le parti più scottanti si trova quella in cui si afferma della presenza di un gruppo segreto chiamato “Gruppo dei servizi strategici“. L’SSG si è frequentemente impegnata in frodi e furti oltre che ad assumere venditori di terze parti per ottenere informazioni non autorizzate. Altre accuse parlano anche di hacking e di distruzione di prove relative a varie intercettazioni contro gruppi di opposizione.

Altri membri del team sembravano essere impegnati in operazioni virtuali, impersonalizzando manifestanti, conducenti di Uber e operatori di taxi usando computer non acquistati dalla compagnia e usando dispositivi Mi-Fi per non farsi rintracciare o comparire sulla rete aziendale.

Oltre al gruppo SSG ce n’era un altro denominato “Marketplace”. A dispetto dal nome lo scopo di questo gruppo era quello di acquisizione di segreti commerciali e codici di base impersonado piloti per piattaforme concorrenti.

È presente anche un aneddoto nel rapporto. Ad un evento privato in un albergo alcuni membri di Uber si sono infiltrati spiando dirigenti di alto livello di un’azienda rivale. L’obiettivo era monitorare le reazioni della concorrenza dopo una falsa notizia di un investimento di 3,5 miliardi di dollari da parte dell’Arabia Saudita nei confronti di Uber.

La linea difensiva dell’azienda per ora sembrerebbe essere quella di semplice raccolta dati, ma fatta in modo legale, anche se i cambi di dirigenza sembravano voler dire altro.

Nei primi mesi dell’anno prossimo il processo andrà avanti e chissà cos’altro verrà fuori.

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