samsung apple huaweiChe lo si usi per il tempo libero o per la produttività, a fare la reale differenza non è ormai più solo un comparto tecnico in grado di garantire performance eccellenti, ma soprattutto quello che si può effettivamente fare con lo smartphone. Ovvero, le funzioni. Samsung e Apple in tal senso hanno saputo collaborare con gli sviluppatori di terze parti in modi che Huawei e altre concorrenti del mondo Android non hanno saputo invece fare. O, magari, che non vogliono o non possono fare.

Anche con gli ultimi prodotti di fascia alta, appena presentati (ovvero il Huawei Mate 10 e Mate 10 Pro), Huawei si è concentrata sopratutto sulla dotazione tecnica, fornendo delle funzionalità nuove che – secondo quanto detto dal CEO della compagnia cinese, Yu – a suo parere dovrebbero convincere l’utenza a comprare una di queste due soluzioni. Eppure, Samsung e Apple sono ancora un passo avanti in tal senso, infatti sui rispettivi siti web delle note compagnie è possibile trovare ogni tipo di informazione dedicata agli sviluppatori e che consentirà loro di immettere a breve su Google Play Store e App Store applicazioni capaci di sfruttare le nuove tecnologie introdotte nei Device più recenti.

Ad esempio sul sito Apple vi è una sezione dedicata ai developer al lavoro sul riconoscimento facciale, mentre su quello di Samsung è stata rilasciata una corposa documentazione per creare e sviluppare nuove funzioni, inedite, e migliorare quelle già esistenti sui Samsung Galaxy. A meno di un mese dal lancio dai nuovi Mate 10 e Mate 10 Pro, sul sito degli sviluppatori di Huawei non esiste invece alcuna pagina dedicata all’intelligenza artificiale dunque non sono state fornite istruzioni che possano permettere alle terze parti di sviluppare applicazioni che sfruttino tale funzione.

Il fatto è ancora più evidente se si prende in considerazione l’ecosistema Android. Samsung e Huawei operano infatti con il medesimo sistema operativo di Google (mentre Apple, come è noto, ha una piattaforma proprietaria ed esclusiva, iOS), ma l’azienda sudcoreana a differenza di quella cinese ha iniziato già da tempo a lavorare a stretto contatto con gli sviluppatori, anche sul fronte della penna in dotazione con la gamma Galaxy Note che grazie al loro aiuto è stata trasformata in un semplice pennino a uno strumento davvero utile e peculiare.

Insomma, Huawei ancora stenta ad adeguarsi alla concorrenza su questo importante fronte e a lavorare a stretto contatto coi partner di terze parti sull’ecosistema software.

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