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I giovani vanno seguiti nel loro approccio alla tecnologia

Si consideri che i nati dopo il 1990 sono i nuovi “nativi digitali”, quelli con una innata capacità di utilizzare la tecnologia. Sono i giovani “cyborg senza meta“, gli “orfani” maldestri o digitali che hanno bisogno del sostegno dei genitori in un contesto in continuo cambiamento e sviluppo. 

Questa è più o meno la tesi di diversi esperti del mondo digitale o di psicologie sociali. E si tratta, probabilmente, di un appello ad una comunicazione costruttiva tra genitori e figli e di un supporto effettivo alla scoperta delle nuove tecnologie. “I giovani sono più collegati che mai, ma più soli che mai“, è un’affermazione che descrive bene questo stato di cose.

Come insegnano loro ad attraversare la strada o il modo di comportarsi quando un estraneo li approccia, i bambini hanno bisogno dei loro genitori per sapere gestire qualsiasi cosa riguardi Internet, questo “territorio sconosciuto”. La tecnologia è parte della vita dei figli, che i genitori lo vogliano o no, ma non è un esercizio di irresponsabilità.

Chi è nato dopo il 1990 non ha paura della tecnologia, ma la sua gestione è “molto superficiale”. I genitori e la scuola devono essere coinvolti nell’apprendimento. “Ritengo che i nativi digitali sappiano sfruttare l’enorme potenziale di queste tecnologie per lo sviluppo integrale della persona umana e delle nostre società automaticamente; senza di noi, progettare e applicare piani educativi a questo proposito, è assurdo“, sostiene l’autore di uno studio.

Il passaggio alla società digitale è molto veloce e avrà un impatto sulle relazioni umane, l’economia, la cultura, la politica, i principi morali e il modo in cui è distribuita la ricchezza o il lavoro è eterogeneo. “Questo è grave e va indipendentemente dal fatto che Facebook o Snapchat vengano gestiti con facilità“.

I nativi digitali, anziché esistere, sopravvivono. “Come genitori è nostra responsabilità accompagnarli“, affermano i ricercatori. E nuovi studi smantellano argomenti che circondano l’uso delle tecnologie dell’informazione, che vogliono i più giovani come portatori di c profonde competenze digitali nascendo circondati dalla tecnologia. Quando la realtà è che sono “orfani maldestri o digitali”.

Numerosi esperti hanno trattato il processo di sensibilizzazione dei genitori per aiutare i loro figli a smettere di essere “cyborg senza meta” per diventare ” prevaricatori” che creeranno la società futura. “Tutto si evolve in modo molto veloce. E’ molto più facile dire che mio figlio è un nativo digitale, perché da quando aveva due anni sa come gestire l’iPad“, afferma una studiosa.

Non si espone il ragazzo ad un controllo, ma è la famiglia a farsi più sociale. Quel che si consiglia è di “armeggiare” insieme ai ragazzi per essere tranquilli.

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