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Facebook, il virus Ray-Ban infetta gli account rubando le carte di credito

Facebook, la piattaforma è stata assalita di nuovo da un “vecchio conoscente”. Il malware che utilizza la promozione di occhiali Ray-Ban per attirare l’attenzione, è tornato sulle bacheche.

Tutti i social network sono vulnerabili agli attacchi di hacker. Alcuni però, come Facebook e WhatsApp, risultano vittime preferite a causa della loro popolarità.

Non è raro vedere, sulle bacheche di alcuni nostri contatti, la comparsa di messaggi assolutamente impropri. Subito dopo, normalmente, arriva il chiarimento del povero malcapitato, che si esonera da qualsiasi responsabilità circa i post affissi nella propria bacheca. Sta diventando routine.

Sebbene nella maggior parte dei casi, i malware si moltiplicano fra i contatti Facebook in silenzio, la disattenzione umana è sempre fondamentale per far si che questo accada. Il malware dei Ray-Ban ne è un esempio.

Facebook attaccato dal malware dai Ray-Ban, privacy a rischio

Il malware, assolutamente non di nuova generazione, si chiama come la marca di occhiali da sole perché quest’ultimi sono l’esca per gli utenti.

Il fastidioso malware si manifesta tramite un presunto annuncio pubblicitario riguardante la vendita a prezzi stracciati di occhiali da sole Ray-Ban in onore di una campagna di beneficienza. Il costo è talmente basso, da invogliare qualsiasi utente inesperto a cliccarci sopra. Da quel momento, in automatico il malware si impossessa dei contatti della vittima e pubblica lo stesso annuncio sulle loro bacheche.

Inoltre, l’utente è reindirizzato ad un sito Web esterno dove, per concludere l’acquisto, dovrà inserire i propri dati personali. Inclusi quelli della carta di credito.

La minaccia dei Ray-Ban non è nuova per la piattaforma di Facebook, periodicamente compare sui profili dei poveri utenti e mette a rischio la loro privacy. Ovviamente, per salvaguardarsi basta un po’ di attenzione e soprattutto diffidenza verso qualsiasi annuncio pubblicitario che non abbia chiare origini.

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Pubblicato da
Carla Stea
Tags: facebook