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Hacking Team: ecco come voleva entrare negli smartphone


Certamente ricordiamo l’hacking effettuato nei confronti dell’azienda milanese “Hacking Team” che ha fatto trapelare in rete notevoli file, dati e soprattutto software pericolosissimo nel caso in cui finisse nelle mani sbagliate, ebbene, vediamo i dettagli riguardanti i loro tentativi di spiare gli smartphone!

La news proviene direttamente da un report effettuato dai laboratori di Trend Micro, il quale avrebbe scoperto, negli svariati Gb rubatu all’azienda milanese, un piccolo codice sorgente appartenente ad una applicazione per Android, la quale era in grado di aggirare tutte le protezioni imposte dal nostro caro Google Play, ma soprattutto, dallo stesso sistema android, permettendo di eseguire istruzioni senza richiedere l’approvazione da parte dell’utente ma soprattutto, senza permettere che il permesso di effettuare tale azione, fosse mostrato a tempo di installazione di questa app.

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Attualmente non abbiamo idea di chi possa avere in mente di sfruttare questa grossa vulnerabilità scoperta dall’azienda milanese, la quale aveva creato una finta applicazione chiamata BeNews, che scaricata da una cinquantina di utenti, aveva l’intento di entrare all’interno dello smartphone

, e trafugare tutte le informazioni personali dell’ignaro utente durante il normale utilizzo del terminale attraverso una backdoor.

Come sappiamo, attualmente non sappiamo chi abbia intenzione di sfruttare i dati trafugati ad Hacking Team, e ovviamente, non sappiamo che uso vorrà farne, ma siamo certi, che nel caso in cui la tecnologia dell’azienda milanese venga utilizzata per compiere atti illeciti, potrebbe causare notevoli disastri, basti pensare che moltissime aziende si troverebbero in gravissimo pericolo proprio a causa dei vadi backdoor che l’azienda avrebbe inserito all’interno del proprio software, senza contare, che gli strumenti messi a disposizione all’interno del pacchetto dati trafugato, conterrebbero codice sorgente per sfruttare tantissime vulnerabilità all’interno dei software più utilizzati, insomma, non possiamo far altro che sperare che le vulnerabilità trapelate possano essere fixate al più presto!

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Pubblicato da
Redazione