tim, wind, tre , vodafoneL’Unione Europea ha emanato un regolamento, entrato in vigore nel gennaio scorso, nel quale si stabiliva che gli operatori hanno l’obbligo di lasciare scegliere liberamente gli utenti nel poter adottare il terminale di rete che ritengono più consono, tanto che il deputato Ivan Catalano ha presentato una interrogazione al governo per stabilire cosa risponda esattamente alla definizione di terminale, affiancata a questa interrogazione si chiedeva anche una estensione di poteri dell’AgCom in modo da sanzionare nei dovuti modi chiunque non ottemperi al regolamento.

Terminale di rete, cos’è?

IL ministero dello sviluppo economico risponde all’interrogazione del deputato Catalano, attualmente facente parte del gruppo parlamentare Civici e Innovatori, sostenendo che, anche se l’apparecchiatura è necessaria per il funzionamento della rete, e anche se è situata all’interno della abitazione, questa apparecchiatura deve venire considerata come un apparato di rete e non come un terminale, ne consegue che l’utente non può sostituirla. Ne consegue che l’utente viene in un certo senso danneggiato perché impossibilitato al cambio del modem, oltre questo, l’utente è costretto a pagare, attraverso una rata mensile, l’apparato di rete con i relativi costi di alimentazione, apparato che stando alle risposte fornite dal Ministero dello sviluppo economico, nemmeno appartiene all’utente ma al provider che eroga il servizio.

AgCom

L’AgCom, appunto, l’autorità per le garanzie nelle comunicazioni si occupa di regolamentazione e garanzia. Il suo compito è infatti quello di garantire la competizione tra gli operatori sul mercato, tra le altre cose si occupa anche di tutelare le libertà fondamentali dei cittadini per quanto riguarda il settore delle telecomunicazioni, e delle poste. L’incremento di poteri chiesto attraverso l’interrogazione ha avuto come risposta una promessa di una immediata valutazione del varo di un decreto normativo per risolvere il problema, il governo dovrebbe quindi intervenire al più presto. L’AgCom attualmente può diffidare e multare con una ammenda di massimo 250.000 euro a chi non osserverà il regolamento, resta però qualche dubbio sulla definizione di modem, definizione che spetta in ogni caso ad AgCom che dovrà essere in grado di riconoscere e capire in quali condizioni gli apparati forniti agli utenti siano indispensabili per il funzionamento o meno.

Operatori italiani

I maggiori provider sul territorio italiano non consentono impiegare un qualsiasi modem, almeno nel caso che riguarda l’offerta per la fibra. Per il VoIP, ovvero la tecnologia che rende possibile conversare telefonicamente attraverso la connessione internet, infatti i provider sostengono che si rivela necessaria una particolare configurazione al punto da essere classificata dall’Unione Europea come un servizio specializzato che come tale è soggetto a deroghe; questo consente loro di imporsi sull’acquisto, il noleggio e quindi l’uso del modem da loro fornito. C’è da dire anche che un numero elevato di clienti è riuscito ad ottenere i parametri tecnici per la configurazione del modem di proprietà, facendo questo hanno però dovuto però rinunciare ai servizi di telefonici via modem. In conclusione ci si può connettere ad Intenet con modem di altri modelli, ma non si può fare nulla per quanto riguarda i servizi vocali. Per quanto riguarda invece l’ADSL l’utente gode della più completa libertà di scelta.

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