Si tratta di figure professionali vincolate da contratti ferrei che, pur di non passare alla concorrenza, si ritrovano ad essere esclusi dai progetti. Impossibilitati a cambiare azienda, e spesso obbligati all’inattività. Tale strategia, che in alcuni casi prevede anche la continuazione dello stipendio
pur senza compiti assegnati, può sembrare una pacchia. Ma in un settore in cui sei mesi di stallo equivalgono a un’era geologica, stare fermi è un rischio esistenziale.Il centro della questione riguarda la clausola di non concorrenza. Negli Stati Uniti, la Federal Trade Commission (FTC) ha preso posizione contro l’uso estensivo di tali vincoli. Giudicandoli in molti casi dannosi. Ciò sia per la libera circolazione dei lavoratori che per l’innovazione stessa.
DeepMind difende la sua posizione. L’azienda afferma di rispettare gli standard di mercato. Inoltre, l’azienda ha fatto riferimento anche al concetto di interessi legittimi da proteggere. Quando si parla del settore tecnologico e delle sue innovazioni è comprensibile perché si teme per la fuga di cervelli. A tal proposito, sorgono diversi interrogativi. È giusto che le aziende tentano a tenere per sé i lavoratori più esperti? Anche se questo significa usare mezzi come quelli adottati da Google?