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Progetto Roman: alla scoperta del cosmo profondo

Le potenzialità della ricerca astronomica con il telescopio Roman, che apre nuove frontiere nello studio dell’universo

La NASA ha avviato un’indagine per mappare l’area più remota della Via Lattea, un’impresa senza precedenti nel campo dell’astronomia. Il telescopio spaziale Nancy Grace Roman sarà impegnato nello studio approfondito di questa regione estrema, con l’obiettivo di mappare il maggior numero possibile di stelle, prospettando un numero superiore a tutte le osservazioni precedenti messe insieme.

 

Roman e il futuro dell’astronomia

Catherine Zucker, astrofisica presso il Center for Astrophysics | Harvard & Smithsonian di Cambridge, Massachusetts, ha espresso le potenzialità di questa indagine, sottolineando che attraverso di essa sarà possibile esplorare una vasta gamma di discipline scientifiche, dalla formazione ed evoluzione delle stelle alla distribuzione della polvere interstellare e alle dinamiche del nucleo galattico.

Nel 2021, è stata ottenuta una risposta chiara alla richiesta di proposte per l’indagine Roman, con la maggioranza che ha proposto proprio questo tipo di indagine. Questo ha portato alla collaborazione della comunità scientifica nella progettazione di un programma di osservazione completo, ancora in corso e destinato a continuare fino al lancio di Roman, previsto per il 2027.

Secondo Robert Benjamin, astronomo presso l’Università del Wisconsin-Whitewater e coautore del documento, ci saranno compromessi necessari e ovvi. Gli scienziati dovranno decidere l’estensione dell’area da mappare e il grado di dettaglio con cui farlo attraverso i diversi filtri disponibili.

I dettagli del progetto devono ancora essere definiti, ma gli scienziati ritengono che si potrebbero rivelare oltre 100 miliardi

di oggetti cosmici, coprendo circa 1000 gradi quadrati, equivalente a una porzione di cielo grande come 5000 lune piene.

Un risultato straordinario, se raggiunto, poiché rappresenterebbe un censimento completo di tutte le stelle della Via Lattea in appena un mese, come spiegato da Roberta Paladini, ricercatrice senior presso il Caltech/IPAC di Pasadena, California, e autrice principale del documento.

 

Superare i limiti della conoscenza

La peculiarità di Roman è la sua capacità di funzionare come una “macchina di rilevamento“, completando in un mese ciò che richiederebbe decenni con telescopi come Hubble o James Webb.

Lo studio dell’anatomia della Via Lattea è estremamente complesso, a causa della vastità della galassia che richiede enormi quantità di tempo per essere analizzata.

Zucker spiega che abbiamo una visione incompleta della metà opposta della Via Lattea, oltre al suo centro galattico. Nonostante il lavoro svolto in passato, ad esempio dal telescopio spaziale Spitzer della NASA, è giunto il momento di completare l’opera, sfruttando la combinazione di un ampio campo visivo, una risoluzione nitida e la capacità di penetrare la spessa polvere interstellare.

Roman, con la sua capacità di osservare le stelle in diverse lunghezze d’onda, ottiche e infrarosse, si presenta come lo strumento ideale per lo studio della nostra galassia, consentendo agli astronomi di conoscere aspetti fondamentali come la temperatura, lo stadio evolutivo e la composizione delle stelle, aprendo la strada a una nuova comprensione della nostra galassia e dei suoi misteri.

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Pubblicato da
Margherita Zichella