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Il futuro incerto dell’ora legale in Europa: dove siamo diretti?

Le ragioni dietro la persistente controversia sul cambio d’ora e l’impatto sulla vita quotidiana

Il dibattito sull’ora legale e solare persiste da anni, con l’Europa, la maggior parte degli Stati Uniti e il Canada ancora impegnati in questo cambio stagionale. Nonostante i risvolti negativi sul benessere delle persone, il passaggio ha dimostrato vantaggi in termini di risparmio energetico, originariamente introdotto durante la Prima guerra mondiale per ridurre i costi.

 

Il dibattito sull’ora legale e solare

Nel 2018, la popolazione europea ha esprimato il desiderio di abolire questo cambio attraverso una consultazione pubblica, ottenendo un plebiscito con 4,6 milioni di voti, il più alto nella storia delle consultazioni pubbliche dell’UE. Tuttavia, nonostante l’approvazione del Parlamento europeo nel marzo 2019, l’attesa continua, con la Direttiva europea ancora da approvare dal Consiglio, ritardata anche a causa di eventi come la pandemia di COVID-19 e i conflitti internazionali.

La prospettiva futura implica che, una volta approvata, la decisione di mantenere o abolire il cambio d’ora sarà affidata agli Stati membri. Il governo italiano sembra orientato a mantenere il duplice orario, ma la situazione non è ancora chiara.

Il dibattito si concentra anche sulla scelta tra l’ora solare

e legale per tutto l’anno, con paesi del Nord Europa favorevoli alla prima opzione e quelli del Sud Europa inclini alla seconda. Tuttavia, al momento, non ci sono decisioni definitive e il cambio d’ora proseguirà anche nel 2024.

Per il 2024, il passaggio avverrà la notte del 31 marzo, coincidendo con la Santa Pasqua. Anche se questo comporta un’ora in meno di sonno, offre un’ora di luce aggiuntiva, contribuendo al risparmio energetico ma potenzialmente influenzando negativamente la salute delle persone a causa dell’alterazione del ritmo circadiano.

 

La sfida continua

La resistenza degli Stati nell’abolire l’ora legale è evidente, poiché questa pratica è vista come un elemento di sicurezza stradale, con l’idea che un’ora di luce in più possa ridurre gli incidenti e risparmiare economicamente. Negli Stati Uniti, ad esempio, si è calcolato un risparmio di 1,2 miliardi di dollari associato a meno incidenti durante il periodo con maggiore illuminazione naturale. Tuttavia, nonostante il desiderio della popolazione di abolire questa pratica, gli Stati sembrano restii a rinunciarvi, considerando anche il suo impatto sull’economia e sulla sicurezza stradale. La riflessione finale sottolinea la complessità di bilanciare benefici e svantaggi, evidenziando la necessità di un approccio ponderato in futuro.

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Pubblicato da
Margherita Zichella