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In arrivo dei satelliti che ci spiano 24 ore su 24?

La recente notizia riportata dal New York Times riguarda una startup denominata Albedo Space, che sta attivamente impegnandosi nella costruzione di satelliti a bassa orbita terrestre con la capacità di catturare immagini dettagliate di singoli individui sulla superficie terrestre. Questa prospettiva solleva diverse domande etiche e di sicurezza, suscitando un dibattito su quanto dovremmo essere preoccupati per tale avanzamento tecnologico.

Jennifer Lynch, consigliere generale della Electronic Frontier Foundation, ha sollevato un’allarme significativo sull’argomento, sottolineando che questi satelliti rappresentano essenzialmente una “gigantesca telecamera nel cielo” che potrebbe essere utilizzata dai governi senza il nostro consenso o conoscenza. Tale potenziale invasione della privacy è motivo di seria preoccupazione e richiede un’attenta considerazione.

Satelliti spia in arrivo?

Il dibattito sulle implicazioni di questa tecnologia è acceso e divisivo. Mentre alcuni esperti riconoscono il potenziale benefico dei satelliti per il monitoraggio di situazioni di emergenza e il supporto alle attività di ricerca, altri temono un aumento della sorveglianza di massa e una violazione sempre maggiore della privacy individuale.

A tal proposito, i fondatori di Albedo hanno cercato di dissipare le preoccupazioni riguardo alla privacy, affermando che i loro satelliti non saranno dotati di tecnologia di riconoscimento facciale

per l’identificazione. Hanno anche espresso la loro consapevolezza delle implicazioni sulla privacy e del potenziale abuso di questa tecnologia. Nonostante tali rassicurazioni però le preoccupazioni persistono, poiché il potenziale utilizzo dei satelliti include anche scopi di difesa e intelligence, oltre che operazioni di soccorso in caso di disastri.

Albedo prevede di lanciare il suo primo satellite nel 2025 e ha ambizioni di sviluppare una flotta di oltre 20 satelliti. Questo avvicina sempre di più il mondo a una realtà distopica, come quella descritta nel romanzo “1984” di George Orwell, in cui un governo totalitario monitora costantemente i suoi cittadini. L’astrofisico di Harvard Jonathan McDowell ha sottolineato che questo ci avvicina a un “mondo in cui il Grande Fratello ci guarda”.

Dunque, sebbene ci siano promesse di rispetto della privacy e di utilizzo responsabile di questa tecnologia, il potenziale per abusi e violazioni della privacy è innegabile. È essenziale che vengano poste in atto normative e controlli rigorosi per garantire che l’uso di questi satelliti sia regolamentato e limitato per evitare il sopraggiungere di una società in cui la sorveglianza costante diventi la norma.

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Pubblicato da
Margareth Galletta