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Brillantini nell’acqua, come un piccolo dettaglio può devastare un ecosistema

Come ben sappiamo la salute degli oceani e di tutti i suoi abitanti è a serio rischio già da un bel po’ di anni. Il problema principale del nostro mare sono i rifiuti che giornalmente ci finiscono dentro, tanto da considerare l’oceano come una discarica terrestre.

Le principali cause dell’inquinamento marino sono:

  • Rifiuti urbani e soprattutto plastiche monouso;
  • Combustibili fossili;
  • Scarichi industriali;
  • Agricoltura e Pesca.

Concentriamoci in modo particolare sul primo punto. Attualmente il nostro oceano ospita la bellezza di ben 86 milioni di tonnellate di plastica e questi numeri non accennano a scendere.

Tutti questi rifiuti causano dei danni enormi agli ecosistemi marini e alla biodiversità e a risentirne maggiormente sono i piccoli animali che popolano quell’ambiente: la plastica biodegradabile può essere ingerita da pesci, tartarughe, delfini e moltissimi altri esseri viventi causandone la morte.

Brillantini, ecco come questi possono devastare gli ecosistemi

Spesso noi non ci rendiamo conto di come alcuni oggetti, apparentemente innocui, possano causare dei danni irreversibili al nostro pianeta.

Dalla plastica monouso, ai palloncini lasciati volare nel cielo ai piccoli e insignificanti brillantini. Proprio così, i brillantini sono oggetti di uso quotidiano che vengono utilizzati per le decorazioni, per i trucchi e per molto altro e che dopo il loro utilizzo vengono scaricati nei lavandini o nelle docce.

Negli ultimi anni 8 milioni di tonnellate di brillantini sono finiti nell’oceano ed essendo delle semplici microplastiche ricoperte da alluminio causano dei danni seri agli ecosistemi marini.

Uno studio effettuato sui cianobatteri, esseri fondamentali all’interno dei sistemi acquatici, ha mostrato come i brillantini causino dei problemi nel meccanismo della loro fotosintesi.

 

 

 

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Pubblicato da
Federica Iazzi