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L’uomo può sopravvivere a una temperatura minore di quanto pensiate

Con questo caldo spesso ci chiediamo quanto ancora possiamo resistere e se davvero esiste l’autocombustione. Ma non è una cosa da prendere alla leggera: il calore, unito all’umidità, può recare seri danni. Gli scienziati hanno perciò effettuato degli studi per comprendere quale sia la temperatura massima che il nostro corpo possa sopportare, prima che sia troppo tardi.

I risultati forse vi sorprenderanno: secondo le analisi, una persona del tutto sana, giovane e in perfetto stato di salute in un luogo con un’umidità al 100% e con 35 gradi morirebbe dopo sole sei ore. Perché così velocemente? Il corpo, in quel contesto, produce sudore per tentare di abbassare la temperatura corporea interna, tuttavia non evapora più dalla pelle portando a quello che si definisce “colpo di calore”. Dopodiché gli organi cominciano a cedere e il cuore smette di battere.

Solo con questa temperatura il nostro corpo subirebbe danni?

Il caso poco prima indicato è nominato come “temperatura di bulbo umido”

, considerando una temperatura di 35 gradi. Esso è stato realmente raggiunto in poche occasioni e in determinate regioni terrestri (soprattutto Asia meridionale e Golfo Persico). Tuttavia, non è solo con questo indice che si può rischiare la morte. La soglia letale di temperatura varia a seconda di diversi fattori: l’età, lo stato di salute e persino lo stato sociale ed economico.

Facciamo un esempio pratico per comprendere meglio la pericolosità della faccenda. Solo durante l’estate del 2022 si stima che siano morte 61.000 persone a causa del calore. E questo solo in Europa. Con l’aumento generale della temperatura globale, il numero di decessi è destinato ad aumentare. Dagli studi è infatti emerso che la frequenza di questi eventi sia raddoppiata negli ultimi 40 anni, a causa delle azioni umane sul clima.

Questi ultimi studi non fanno altro che aumentare la nostra preoccupazione sulla situazione climatica e farci comprendere quanto sia urgente correre ai ripari.

 

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Pubblicato da
Rossella Vitale