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La Commissione Europea impone telefoni e altri dispositivi più durevoli. Le nuove norme ecosostenibili

La Commissione Europea, di recente, sta operando allo scopo di porre fine al fenomeno dell’obsolescenza programmata. Si tratta di quella situazione in cui, i dispositivi elettrici acquistati, come: smartphone, tablet, cordless e così via, con il passar del tempo cominciano a manifestare malfunzionamenti e altre problematiche relative alle loro prestazioni, pur senza aver subito alcun tipo di danno. Questo perché le aziende, che si occupano della loro produzione, inseriscono al loro interno appunto un meccanismo di “obsolescenza programmata“, ovvero: il dispositivo perde le sue capacità ottimali, dopo un ciclo di tempo prestabilito, così da costringere i consumatori ad acquistarne di nuovi.
Tuttavia, come fatto notare dalla Commissione Europea, è necessario porre fine a questa situazione.

La Commissione Europea e le attività ecosostenibili

Il continuo acquisto di nuovi dispositivi, ha dei risvolti fortemente negativi dal punto di vista ambientale, poiché i rifiuti elettronici sono tra più difficili da riciclare.
Infatti, è stato riscontrato che solo il 40% di questi ultimi affronta un ciclo di riciclaggio e di riutilizzo, mentre tutti gli altri, con le loro pericolose e continue emissioni di carbonio, finiscono per avere un impatto considerevole sull’ambiente, incentivando l’inquinamento.
Tale iniziativa della Commissione coincide con l’ultimissimo regolamento dei parlamentari europei sulle Direttive delle batterie, affinché anche queste ultime, al termine delle loro prestazioni, possano essere riciclate per poi riutilizzate. Per batterie si fa riferimento a quelle utilizzate per qualsiasi dispositivo o tecnologia, fatta eccezione naturalmente per quelle utilizzate  a scopo militare.
Tutte queste iniziative sono dunque  improntate sul garantire la sostenibilità ambientale, sull’evitare il consumo eccessivo di energia e di ritornare ad un sistema di produzione ciclico.

I dispositivi elettronici e la loro etichettatura

Per garantire al meglio queste nuove imposizioni, ogni smartphone, tablet e altri strumenti elettronici di questo tipo, dovranno presentare, al momento della loro vendita, un’apposita etichettatura con relative informazioni.
Questa etichetta dividerà i dispositivi in classi che andranno dalla A

alla G. Quelli di scala A saranno considerati tecnologie “Verdi”, ovvero che consumano meno energia, al contrario di quelli della scala G definiti “Rossi” che invece ne consumano molta di più.
L’etichettatura imposta dalla Commissione Europea deve fornire informazioni sui dispositivi circa:
  • La loro efficienza energetica;
  • La loro longevità;
  • Il grado di resistenza ad urti ed eventuali incidenti;
  • Come proteggerli dall’acqua e dalla polvere che possono compromettere le prestazioni e il loro normale funzionamento.
  • Inoltre, cosa ancora più importante, è che tali prodotti immessi sul mercato, per la prima volta, dovranno mostrare il loro indice di riparabilità, in modo che i consumatori possano fare le loro scelte di acquisto in maniera più consapevole ed intelligente.

Tuttavia, per garantire tutto questo, è necessario che tali dispositivi diano prova dei requisiti minimi necessari per poter entrare nel mercato europeo.

  • Ovvero, il loro grado di resistenza a urti, incidenti, polvere e acqua. Infatti, i dispositivi dovrebbero durare per circa 800 cariche e scariche, mantenendo comunque l’80% delle loro prestazioni ottimali.
  • Relative norme sullo smontaggio e riparazione. Cosicché i riparatori dispongano dei relativi pezzi di ricambio anche 7 anni dopo che il dispositivo non risulti essere più venduto sui mercati dell’Unione Europea. In modo che utilizzano  dispositivi di questo tipo, non siano costretti a sostituirli in caso di malfunzionamento o danni di qualsiasi tipo.
  • Disponibilità degli aggiornamenti anche 5 anni dopo la loro vendita sul mercato.
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Pubblicato da
Ilenia Violante