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Il gaming cloud di Playstation non è la risposta che i gamers stavano aspettando

Fermi tutti: sta arrivando Project Q, la nuova console di Sony che permetterà di giocare in streaming tramite un cloud gaming indipendente. Le promesse sono alte, anche se Sony ha modestamente ammesso che la tecnologia non è ancora all’altezza di regalare delle esperienze di gioco fluide.

La questione è che i giocatori sono abituati diversamente con le console next-gen, dove troviamo frame rate decisamente minori ed un input-lag praticamente assente. Tutte queste cose non sono state ancora raggiunte con il cloud gaming.

Per questo motivo il CEO di Sony, Kenichiro Yoshida ha dichiarato al Financial Times che il cloud gaming è ancora in fase di sviluppo avanzata.

“Penso che il cloud stesso sia un fantastico modello di business, ma quando si tratta di giochi, le difficoltà tecniche sono elevate“, ha affermato Yoshida-san.

E non è finita, perchè i problemi non ci sono solo per lo streaming tramite Wi-Fi, ma anche se ci collega tramite cavo. Tutti questi dubbi puntano ad una sola domanda: ma Sony avrà fatto la mossa giusta?

Cosa possiamo aspettarci per il futuro

Bisogna dargli una speranza, così come è stata data per PlayStation Now (che per chi si fosse dimenticato, è stato lanciato nel 2014). Infatti all’inizio era terribile, tra crash continui e un input lag da imbarazzo, ma migliorò nel 2018. Questo evento fece capire quindi alla società che il progetto era ancora vivo e fattibile dal punto di vista dello sviluppo.

Infatti, nonostante il servizio sia stato smantellato e integrato in PS Plus Premium (un tipo di abbonamento che è stato introdotto dopo l’aggiornamento di pochi mesi fa), ha ancora funzioni come la retrocompatibilità multipiattaforma tramite emulazione. Tuttavia, il componente di streaming è ancora sottosviluppato.

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Pubblicato da
Simone Paciocco