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SPID: retromarcia del Governo, inizia il countdown verso la chiusura

Il servizio Spid è stato negli ultimi anni uno tra i più utilizzati in tutta la nazione, l’autenticazione forte infatti è stata profondamente integrata nell’infrastruttura digitale del nostro paese ed è dunque diventata necessari ad ogni livello, qualcosa però sta per cambiare, dopo le discordie in merito al rinnovo degli accordi, a causa di una richiesta economica da parte dei gestori dell’identità aumentata in onerosità a dismisura, ora sono subentrati dei dubbi e la necessità di trovare un mezzo in grado di unificare tutta l’Europa.

Ebbene la decisione sembra essere ormai presa, la CIE sostituirà Spid, non si tratterà di un cambiamento improvviso come si teneva potesse accadere il prossimo 23 Aprile, bensì la transizione avverrà gradualmente, per ora dunque lo Spid resterà attivo, sebbene costerà allo Stato 40 milioni, a fronte dei 50 richiesti dai gestori che, da 10 passeranno a 9 con l’uscita di Intesa, il tutto verrà meglio definito a Giugno.

 

Con la CIE si risparmia senza gestori

I 40 milioni stanziati servono a detta dei gestori a coprire i costi vivi di gestione dei dati da allineare con l’ANPR, ovviamente verranno ripartiti tra i gestori in base al numero di utenti, con Poste Italiane che si prenderà la fetta più grossa.

La transizione verso la CIE è un passo importante per due principali motivi, in primis non richiede la gestione di nessuna banca dati da parte di terzi, ciò significa che non ci sono costi accessori da dover pagare, in secondo luogo è un servizio gestito dallo Stato che, grava singolarmente sul cittadino per un costo di 22 euro e sullo Stato per 4 euro, con un guadagno dunque evidente.

Dunque i vantaggi sono evidenti e si renderanno tali solo se si riusciranno a risolvere alcuni problemi, in primis la lentezza nella distribuzione, in secundis l’integrazione con tutti i servizi che ora invece richiedono lo Spid.

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Pubblicato da
Eduardo Bleve