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Secondo uno studio i dottori ascoltano i propri pazienti per soli 20 secondi in media

Nel frenetico mondo della medicina ospedaliera, il tempo per sedersi e ascoltare effettivamente i pazienti è prezioso. Ogni medico sa che il focus primario deve essere sugli aspetti più importanti dell’anamnesi e dell’esame clinico per arrivare alla corretta diagnosi e strategia di trattamento.

Molti dei requisiti burocratici a carico dei medici sono in diretta opposizione al trascorrere più tempo con i pazienti, come la necessità di passare la giornata a navigare in sistemi informatici inefficienti e avere montagne di normative da affrontare. La ricerca mostra che, in media, un medico consente al paziente di parlare solo per un massimo di 20 secondi prima di interromperli.

Ci sono tuttavia alcune cose che i pazienti dicono che dovrebbero essere ascoltate attentamente e mai ignorate. Eccone alcune:

“Questi sono esattamente gli stessi sintomi che avevo prima”

Ciò vale in particolare per alcune condizioni come il dolore al petto. Quando un paziente dice che il suo dolore o disagio “è esattamente lo stesso di quando ho avuto il mio ultimo infarto

“, bisogna prendere queste parole estremamente sul serio.

“Il paziente non è più se stesso”

Se una persona cara, che si tratti di un coniuge, di un genitore o di un figlio, ti dice che “non si sentono più come sempre”, può sembrare una cosa molto vaga da dire. Ma potrebbe essere un’infezione nascosta, un problema neurologico o una catastrofe imminente.

“Il farmaco mi ha portato a questo”

Ci sono innumerevoli potenziali effetti collaterali dei farmaci, che colpiscono tutti in modo diverso a causa del nostro metabolismo unico. A volte i pazienti ti diranno che sanno che un certo farmaco li ha fatti sentire in un certo modo. Il sintomo può sembrare insolito e non essere un classico effetto collaterale, ma ricorda che nessuno conosce il proprio corpo meglio del paziente.

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Pubblicato da
Simone Paciocco
Tags: studio