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Carrefour, Conad e Tuodì: perché i supermercati hanno chiuso?

Se ancora non lo sapevate, Conad, Carrefour e Tuodì hanno deciso di prendere una decisione definitiva: chiudere. Ma perché tutto questo? Alcune necessità hanno portato le tre catene a prendere prima in esame la decisione per poi metterla in pratica.

Attualmente, molte persone sono ancora disorientate per questo avvenimento e non tutti sono riusciti a trovare una spiegazione valida. Per non parlare di tutti quei lavoratori che, attualmente, si sono ritrovati senza lavoro. Vediamo la situazione nel dettaglio.

 

 

Carrefour, Conad e Tuodì: le aziende dovevano dare una spiegazione

Come ha spiegato Carrefour la sua chiusura a Frosinone presso Le Sorgenti? Tramite un comunicato ufficiale, eccolo di seguito: “Giovani e Ambiziosi, ci piace definirci così. […] L’esperienza di questi primi 14 anni ha fatto il resto: ci ha insegnato che sono i dettagli a fare la differenza, che è la qualità dei nostri prodotti a renderci riconoscibili e che fare acquisti nei nostri supermercati deve essere per i nostri clienti un piacere. Ecco perché dagli arredi alla disposizione, dall’ampia selezione di prodotti freschi e non sino alle eccellenze più ricercate, estetica e tecnologia sono stati

, negli anni, il fulcro della nostra continua ricerca, crescita e innovazione”.

Conad, invece? La catena di supermercati italiana ha deciso di chiudere ufficialmente a Cognento, in provincia di Modena. Il motivo? Si è ormai aperto un nuovo outlet al suo posto, ossia Intima Moda, franchising italiano fondato nel 1972.

Tuodì ha avuto la peggio. A quanto pare, più di 40 lavoratori stanno avendo varie difficoltà, tra cui una disoccupazione che tarda ad arrivare. Ecco cos’ha consigliato la società ai suoi ex dipendenti: “procedure di licenziamento collettivo formalizzate in data 28 marzo dalle società Pifo S.R.L. per i punti vendita di piazza Pio XI numero 20 e via Fonteiana 59/73 per un totale di 25 lavoratori. E inoltre dalla società Cala S.R.L. per un totale di 24 lavoratori che operavano nei punti vendita di Via Casalina e via Montecompatri”. 

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Pubblicato da
Christian Savino