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Bitcoin e criptovalute: il mercato va regolato, altrimenti scomparirà

Il crollo di Bitcoin preoccupa i possessori di criptovalute, tuttavia non è l’unica gatta da pelare. Infatti, news riguardanti truffe e riciclaggi di denaro trovano ampio spazio sulle testate, essendo che manca ancora una regolazione chiara sulle valute digitali.

L’andamento negativo di Bitcoin non ha impedito alla criptovaluta di rimanere leader nell’ambito delle monete virtuali. Dopo di lei, sono nati circa altri 18.000 progetti e solamente qualcuno è realmente affidabile.

Le frodi sono dietro l’angolo. Anche se questi asset non sono dei veri e propri prodotti finanziari, la speculazione dilaga. La Cassazione ha chiarito questo punto in una sentenza di fine 2021 e ha appurato che manca una vera e propria formazione nell’ambito delle crypto.

 

 

Bitcoin e criptovalute: come andrebbe regolato il sistema?

L’ultima prova di regolamentazione risale al 16 maggio 2022, quando furono creati i registri degli exchange, come Coinbase e Binance. Tuttavia, senza iscrizione all’albo, si rischia l’esercizio abusivo della professione. Massimo Simbula, avvocato italiano, ha parlato della stuazione in Italia:

“Il problema però è un altro. L’Italia ha scelto di inquadrare le criptovalute come valute estere, ma è una forzatura. Regolare adeguatamente il circuito significa consentirgli di svilupparsi tutelando i risparmiatori in un momento in cui, durante una pandemia e una guerra, gli investitori sono alla ricerca di nuovi beni rifugio. Tuttavia la blockchain è solo un mezzo. Occorre invece potenziare l’educazione finanziaria e tecnologica dei cittadini. Ricordo che dagli anni Novanta e fino al 2004 Internet è stato criminalizzato

. Sta accadendo oggi con Bitcoin e probabilmente ci vorranno ancora molti anni prima che venga pienamente accettato”.

Quindi, come inserire i token nella dichiarazione dei redditi? Persistono i dubbi a riguardo. Stefano Capaccioli, noto commercialista, fa notare che “Non esistendo alcuna norma specifica, è necessario interpretare quelle già esistenti. A differenza delle valute tradizionali, il mercato delle crypto è talmente volatile da rendere difficile il calcolo esatto del loro valore. L’Agenzia delle Entrate può solo esprimere un parere non vincolante. Il principio consiglia di prendere come metro di misura il costo al quale sono state comprate, che sarà sicuramente diverso da quello corrente. In più, codice tributario alla mano, non tutto ciò che genera reddito rientra nel computo dell’imponibile. È il caso ad esempio di un terreno agricolo o del quadro di un collezionista. Tassare o meno queste riserve dunque è una questione tutt’altro che chiusa”.

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Pubblicato da
Christian Savino