Synopsys avrebbe violato il Ban sull’esportazione di tecnologia americana, collaborando con Huawei nella fornitura di soluzioni software

Synopsys rigetta le accuse su Huawei

Il famoso Ban risale alla vecchia amministrazione americana di Trump. Al tempo fu stilata una lista nera di aziende ritenute pericolose per la sicurezza nazionale. In particolare fece molto clamore il caso di Huawei accusata dal governo di spionaggio, con conseguente divieto di vendere qualsiasi prodotto sul suolo americano e ancora più importante il divieto per qualsiasi azienda Usa di fornire tecnologia alle aziende cinesi nella lista nera.

Il caso riguarda Synopsys, messa sotto inchiesta da parte del dipartimento del commercio, con l’accusa di aver violato le leggi esportando software utili ad Huawei.

Synopsys si occupa della realizzazione di software EDA (Electronic Design Automation), in particolare utili per la produzione delle CPU HiSilicon di Huawei.

L’azienda da parte sua ha rigettato tutte le accuse, affermando di non aver violato alcuna norma.

Nei casi in cui una azienda statunitense volesse offrire la propria tecnologia, ad aziende nelle liste nera, occorre presentare un’apposita domanda al dipartimento di commercio americano. Sarà poi valutato attentamente il rapporto contrattuale tra le parti ed eventualmente rilasciata l’autorizzazione a procedere. Fino al completamento dell’iter burocratico per le aziende vige tuttavia l’assoluto divieto di procedere.

Secondo le prime ricostruzioni Synopsys avrebbe fornito software per la progettazione di processori con tecnologia a 14 nm a una azienda terza. L’operazione sarebbe avvenuta attraverso affiliati operanti nel territorio cinese. Fino a qui non sarebbe commesso alcun illecito in quanto questa l’operazione non è avvenuta in maniera diretta con Huawei. Le carte in tavola potrebbero cambiare se gli inquirenti dovessero accertare che la terza azienda sia in realtà sotto il controllo di Huawei, mettendo la Synopsys in una posizione scomoda.

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