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Google Stadia: il futuro del servizio non riguarderà i giochi

Google sembra privare sempre di più la parte consumer di Stadia, come si è visto dalla chiusura del suo studio proprietario SG&E all’inizio del 2021 e dal debutto di un gioco basato su Stadia white label su AT&T. Tuttavia, poiché i giocatori si chiedono perché Google sembra non essere più interessato a negoziare l’accesso a titoli di successo di terze parti, un recente rapporto afferma che il suo obiettivo è cambiato nel perseguire aziende come Peloton, Capcom e Bungie per accordi di white label.

Business Insider ha appena pubblicato un nuovo articolo che si tuffa nei tentativi di Google di salvare Stadia. La buona notizia è che il portavoce di Google Patrick Seybold ritiene che oltre 100 giochi saranno disponibili sulla piattaforma entro il 2022. Tuttavia, le cose non stanno andando così bene nella terra di Stadia, non con gli attuali ed ex dipendenti di Google che affermano che solo il 20% della concentrazione di Stadia è dal lato dei consumatori.

Google potrebbe rivoluzionare la sua piattaforma Stadia

La tecnologia di streaming sottostante di Stadia è ancora tra le migliori attualmente disponibili, se non la migliore, ma Google ha faticato a gestire la sua piattaforma di gioco in modo competitivo, motivo per cui ha spostato la sua attenzione da un’offerta consumer a giochi di whiteper le aziende. Google sta praticamente cercando di salvare la tecnologia.

Cosa comporta questo per le persone che stanno ancora giocando su Stadia? Non tanto. L’attuale libreria non andrà da nessuna parte per il momento, ma la crescita dei giocatori sarà difficile, soprattutto data la scarsità di giochi AAA. Con colossi del gioco come Microsoft e Sony che acquisiscono tutta la concorrenza AAA, non è inaspettato vedere Google ritirarsi dalla lotta. Secondo Business Insider, il nuovo focus white label di Google salverà il servizio di gioco, ma ciò dipende dalla capacità di Google di concedere in licenza la tecnologia, il tutto ignorando l’attuale base di utenti di Stadia e l’assenza di giochi AAA.

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Pubblicato da
Michele Ragone