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Coronavirus e Champions League: ecco come viene gestita la crisi in Europa

Trasferta sofferta quella di Champions League del Dortmund, perche’ per alcuni dei tifosi in viaggio è stata probabilmente l’ultima partita a cui potranno partecipare quest’anno in qualsiasi competizione.

Il Dortmund e’ conosciuto in tutto il mondo per il suo famoso tifo giallo, ma in questa stagione molti dei fan responsabili delle azioni coordinate non hanno partecipato alle partite della Bundesliga a causa delle restrizioni legate alla pandemia.

La partita di Lisbona è stata solo la terza partita quest’anno in cui erano presenti tutti gli ultras del club. Ma con i tassi di infezione in aumento di nuovo in Germania, è probabile che sia l’ultimo poiché le restrizioni alla partecipazione e le misure aggiuntive tornano in occasione di grandi eventi culturali e sportivi.

In Bundesliga, ciò potrebbe significare capacità ridotte, divieto temporaneo di stare in piedi e biglietti personalizzati abbinati a carte d’identità per consentire il tracciamento dei contatti. E questo significa che alcuni fan più accaniti staranno ancora una volta alla larga.

Come va negli altri stati

Avendo vaccinato l’87% della sua popolazione contro il COVID-19, il Portogallo ha uno dei tassi di vaccinazione più alti al mondo. Anche i vicini della Spagna stanno ottenendo buoni risultati con l’80%, contribuendo a un tasso di incidenza di sette giorni inferiore a 100.

In Germania, invece, il tasso di vaccinazione si è fermato intorno al 68%, in linea con la media dell’Unione Europea ma ancora abbastanza indietro rispetto a Spagna e Portogallo per la Frankfurter Allgemeine Zeitung da dichiarare un “miracolo della vaccinazione iberica” ​​e per la rivista Focus per descrivere la penisola come un'”oasi della corona”.

A Villarreal, in Spagna, martedì sera, chi scrive era a un Estadio de la Cerámica tutto esaurito per la visita del Manchester United, le cui partite casalinghe all’Old Trafford sono state al massimo di 73.000 posti questa stagione.

In Portogallo, la maggior parte delle restrizioni è stata revocata, con ristoranti e bar di nuovo completamente aperti da ottobre. Le mascherine sono ancora obbligatorie sui trasporti pubblici, nei supermercati e nei negozi, ma lo Sporting CP, una delle due grandi squadre di calcio di Lisbona, è stata comunque in grado di accogliere una folla di quasi 41.000 persone contro il Dortmund senza distanziamento sociale.

“I nostri stadi sono stati chiusi per quasi un anno”, ha detto Sergio, tifoso del Benfica, rivale locale dello Sporting. “Ho cercato di incontrare gli amici per vedere le partite nei bar o nei caffè perché il calcio è tutto un aspetto sociale, ma, a un certo punto, anche quello non è stato più possibile”.

Ora Sergio non vede l’ora che arrivi il derby di Lisbona tra Benfica e Sporting del 3 dicembre che si svolgerà in uno stadio pieno. “Speriamo“, ha detto. “Ma sono ancora un po’ preoccupato perché anche qui i tassi di infezione hanno ricominciato a salire leggermente“.

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Pubblicato da
Simone Paciocco