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Con il via alle cartelle esattoriali congelate da marzo 2020 a causa della pandemia di Covid-19, ora molti contribuenti in debito con il Fisco si trovano in seria difficoltà. Questo perché se già si arrivava da un periodo difficile, la situazione di emergenza sanitaria e i relativi lockdown hanno peggiorato la situazione. Se anche tu non riesci a pagare le cartelle esattoriali ecco cosa devi fare. Attenzione però a non sbagliare con l’Agenzia delle Entrate altrimenti addio privilegi.

 

Cartelle esattoriali: ecco come uscire da una situazione difficile

È comprensibile come per molti contribuenti la bomba di cartelle esattoriali prevista per questo mese sia un vero e proprio incubo che si stanno sognando anche la notte. L’Agenzia delle Entrate Riscossione, senza pietà alcuna e in certi casi anche a ragione, è partita. Infatti sta iniziando a spedire al destinatario parte di quei 4 milioni di atti da notificare rimasti fermi per la pandemia.

Chiaro è che l’economia ad oggi non è ancora ripartita e diversi si trovano a dover far fronte alle difficoltà conseguenti i numerosi lock down e restrizioni. Come uscire da questa situazione difficile cercando di mettersi alla pari con la regolarizzazione di quelle cartelle esattoriali rimaste insolute?

  • Un primo modo è presentare domanda di rateizzazione all’Agenzia delle Entrate Riscossione. Occorre farlo entro il 31 dicembre e per tutte le cartelle esattoriali con importo inferiore a 100mila euro. In questo modo è possibile dilazionare il debito fino a 6 anni in 72 rate.
  • Un altro modo è cercare un po’ di ossigeno grazie al principio di “tolleranza“. In pratica, l’Erario permette di saltare fino 10 rate, prima erano 5, anche consecutive. Attenzione però a non sbagliare perché, una volta superato il limite, non si potrà più tornare indietro perdendo così tutti i privilegi.
  • Infine, possono fare richiesta di dilazione coloro che non erano stati regolari nei pagamenti delle cartelle esattoriali durante il periodo pre Covid-19. Questo vale anche per tutti quelli che non erano idonei al 31 dicembre 2019 per rottamazione e saldo e stralcio delle precedenti edizioni.

 

FONTELa Nazione
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