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Samsung è riuscita a rendere Galaxy Z Fold 3 & Z Flip 3 più solidi

Quest’anno Samsung ha lanciato la terza generazione dei suoi due modelli di smartphone pieghevoli: Galaxy Z Fold 3 e Galaxy Z Flip 3. Dispositivi sicuramente affascinanti, ma che hanno mostrato da subito di avere alcune debolezze strutturali proprio per via della loro speciale natura flessibile.

Non a casa al lancio il colosso coreano ha affermato di essere riuscita a risolvere molti dei problemi tanto da ottenere la certificazione di impermeabilità IPx8. I tipi di iFixit  ovviamente non potevano non mettere mano ai due telefoni per capire in prima persona come (e se davvero) l’azienda sia riuscita nell’impresa. Scopriamo i dettagli.

 

Samsung: ecco come ha reso più solidi ed impermeabili i nuovi foldable

In seguito ad un bagnetto di qualche minuto nell’acquario i due modelli sono stati attentamente smontati, evidenziando le difficoltà dell’operazione: evidentemente Samsung non si è preoccupata tanto della riparabilità quanto della solidità. Se nelle prime fasi non si vedono differenze evidenti con la generazione precedente, al momento della rimozione dello schermo gli sforzi fatti dall’azienda emergono chiaramente.

La scelta di Samsung infatti non è stata tanto quella di evitare all’acqua di entrare nei telefoni, quanto piuttosto di limitarne l’accesso alle zone in cui è senza conseguenze. Per farlo ha usato quindi una striscia di colla per impedire il contatto con le parti elettroniche. Per quanto riguarda invece il componente più complesso e delicato, il cardine, in entrambi è stata inserita una sostanza gommosa simile al silicone (ma più gelatinosa).

Inoltre Samsung ha dichiarato di aver usato del lubrificante, anche se non se ne vede evidenza, segno che probabilmente è contenuto all’interno del meccanismo che permette la piega. In sintesi quindi i cambiamenti rispetto allo scorso anno non sono molti né particolarmente grandi, ma il design generale è stato affinato con piccole modifiche intelligenti e particolarmente efficaci. Il risultato appare quindi all’altezza delle dichiarazioni altisonanti del lancio, pur tralasciando completamente la riparabilità.

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Pubblicato da
Veronica Boschi