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Truffe: aumentano i casi di frode online e non solo, la situazione attuale preoccupa

La situazione è reale: “In un solo anno, sono più che raddoppiati i casi di reati informatici denunciati alle forze dell’ordine in Sicilia. Il Covid ha stravolto le abitudini nel settore bancario, anche in quelle regioni del Sud tradizionalmente più ‘affezionate’ a forme di pagamento classiche”. A dirlo è Gabriele Urzì, segretario provinciale Fabi Palermo e responsabile Salute e Sicurezza del sindacato, secondo cui “l’aumento vertiginoso di truffe informatiche, furti di identità e dati sensibili, utilizzo illecito di carte di credito, furti di denaro dai conti correnti è legato al massiccio incremento dei pagamenti elettronici”. 

Truffe: un fattore in crescita costante

Stando ai dati della Polizia Postale, nel 2020 in Sicilia i casi denunciati di utilizzo illecito di carte di credito e phishing hanno raggiunto i 1.410, con 9 persone denunciate. In totale i casi sono stati ben 1.698, con 418 persone indagate. Soprattutto nel “computer crime”, ovvero il furto d’identità, gli attacchi informatici, e l’installazione di malware, gli Agenti hanno registrato 794 casi con 28 persone denunciate. Per altre tipologie di frode, si contano 374 casi con 102 persone denunciate. A seguire il “sim swap”, ovvero la sostituzione fraudolenta delle sim, con ben 530 casi.

Ad ogni modo, secondo Gabriele Urzì vi sono vari modi per schivare le truffe online: “E’ bene sapere che le informazioni e gli strumenti con cui accediamo ai servizi della banca sono strettamente personali e vanno custoditi con cura e che la banca non ci chiederà mai di fornirle direttamente i nostri codici di accesso ai servizi quando ci contatta. Occorre poi controllare regolarmente gli estratti conto dei nostri rapporti bancari, tenere sempre a portata di mano i numeri di riferimento della banca, avvalersi dei servizi di ‘notifica movimenti’.

Ma anche installare adeguati software di protezione sui dispositivi che utilizziamo per accedere al mobile o internet banking, modificare frequentemente le password di accesso al servizio di internet banking. Inoltre non bisogna rendere pubblici indirizzi, password o codici. Piuttosto valutare con attenzione le richieste di dati personali da parte di chi non conosciamo. Insomma, tenere gli occhi aperti”.

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Pubblicato da
Melany Alteri