Per molto tempo si è parlato di una possibilità di terza dose dei vaccini per garantire una protezione prolungata. Nuovi studi avevano fatto capire che forse non era necessario visto che gli anticorpi e le altre difese immunitarie possono durare per diversi anni. Adesso, dopo una recente scoperta, si sta invece tornando a parlare della suddetta possibilità.
Pfizer, il vaccino fino ad ora considerato quello più efficace nel proteggere una persone dal coronavirus, ha dimostrato di aver perso il 30% di efficacia contro la variante Delta anche dopo due dosi. Si parla di una 64% di protezione contro i casi sintomatici del virus. Con l’influenzale si tratterebbe di una percentuale ottima, ma contro questo coronavirus non lo è.
La scoperta di una così marcata minore efficacia dei vaccini è avvenuta in Israele e proprio in questo paese si sta parlando più concretamente di portare avanti una campagna vaccinale facendo riferimento a tre dosi
e non solo a due. Già ci sono casi in cui è prevista una dose richiamo, ma si parla di soggetti a rischio e più suscettibili al virus. Adesso si parla dell’intera popolazione.Allo stato attuale il bisogno di una terza dose dei vaccini non richiederebbe lo sforzo che abbiamo visto finora, almeno in Italia e secondo quello che si era preventivato. Se fino adesso c’è stata una gestione straordinaria, la terza dose dovrebbe passare a una gestione ordinaria gestita anche solo dai medici di base. Attualmente risulta presto però capire come si andrà avanti.