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Pfizer: la scoperta che spiega l’importanza della seconda dose

Pfizer è considerato il vaccino Covid-19 più sicuro finora stato approvato. La sua efficacia è la più alta tra tutti i trattamenti e anche una sola dose basta per garantire una protezione ottimale alle persone. Proprio per questo motivo, a un certo punto si è preferito dare la precedenza alle somministrazioni delle prime dosi anche a discapito delle secondi. Adesso la situazione è un po’ cambiata.

La variante indiana, ora chiamata Delta, sta spaventando, soprattutto il Regno Unito. Nonostante il paese in questione sia più avanti di noi con le vaccinazioni, ha iniziato a registrare il triplo dei nostri contagi giornalieri. Il motivo riguarda la protezione di una sola dose di Pfizer contro la suddetta. In sostanza, sta nascendo la necessità di cambiare il modo di procedere del piano vaccinale e non rimandare più di tanto le seconde dosi

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Pfizer: l’importanza della seconda dose

Come ormai si è visto, i vaccini sono leggermente meno efficaci contro le varianti del SARS-CoV-2 questo però non li rende inutili. Diminuisce la protezione che permette di sviluppare casi sintomatici del Covid-19, ma l’efficacia nell’evitare i casi più gravi della malattia come quelli che portano l’ospedalizzazione è comunque alta.

Al contrario di AstraZeneca, la seconda dose del vaccino di Pfizer causa un aumento degli effetti collaterali, ma si tratta di quelli già comuni e per niente pericolosi. Si parla perlopiù di reazioni indesiderati legate al sito di inoculazione o effetti sistemici come mal di testa o sensazioni di malessere passeggeri che durano in media meno di una giornata.

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Pubblicato da
Giacomo Ampollini