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Smartwatch: dispositivi intelligenti che potrebbero salvarci la vita

La maggior parte degli smartwatch intercetta tempestivamente battiti alterati e altre anomalie. Se indossati spesso possono diventare veri e propri salvavita. Il fenomeno degli smartwatch che analizzano la fisiologia del cuore entusiasma e allo stesso tempo preoccupa medici e altri esperti del settore.

Oltre ad Apple, anche altre aziende producono monitor ECG indossabili per uso domestico, tra cui Samsung, Withings, Fitbit e AliveCor. In alcuni casi uno smartwatch così tempestivo può cogliere anomalie che altrimenti non coglieremmo o può permetterci di chiedere aiuto prima che sia troppo tardi. Tuttavia, in altri casi è talmente preciso da evidenziare anche battiti – o altri aspetti – irregolari ma al contempo nella norma.

La maggior parte degli ECG per smartwatch sono progettati per registrare la frequenza cardiaca e rilevare la fibrillazione atriale, il ritmo cardiaco irregolare più comune. Mancano delle prove concrete sulla loro accuratezza ed efficacia, anche se uno studio sponsorizzato da Apple

nel 2019 suggerisce che potrebbero aiutare soprattutto gli anziani. Sono in corso ulteriori studi, compresi quelli per valutare se uno smartwatch può effettivamente aiutare a salvare vite umane o se conteggi come quello dei passi portano a un minor numero di infarti e ricoveri ospedalieri.

Smartwatch: dispositivi che possono salvarci la vita, ma ne vale la pena?

Può capitare che le alterazioni cardiache non abbiano ripercussioni da un punto di vista clinico. Per queste ragioni i medici non hanno piena fiducia di questi dispositivi Smart. Non tutte le irregolarità registrate sono pericolose. “È come se avessimo appena inventato il microscopio. Vediamo i microrganismi ma non sappiamo cosa sono”, afferma il dottor Harlan Krumholz, direttore del Center for Outcomes Research and Evaluation presso lo Yale-New Haven Hospital.

“Non mi fiderei mai di una società in cui tutti siamo sempre monitorati. Potremmo fraintendere tutto, ci farebbero impazzire”. La dottoressa Mariell Jessup afferma: “Non abbiamo ancora dati sufficienti per raccomandare questi dispositivi a tutti”. I medici temono che, poiché sempre più persone indossano questi dispositivi che potrebbero individuare aritmie cardiache insignificanti, potrebbe esserci un’ondata di test non necessari e di trattamenti fini a se stessi.

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Pubblicato da
Rosalba Varegliano