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Smartphone: questi segnali indicano che siete stati infettati da un malware

Gli smartphone al giorno d’oggi sono a tutti gli effetti il centro di gestione primaria di tutta la nostra vita digitale, tramite i piccoli devices infatti possiamo tenere sotto controllo tutti i nostri account, social o aziendali che siano, potendo accedere ad un innumerevole quantità di funzionalità.

Inutile stare a dire che ciò si traduce in una grossa quantità di dati che ogni giorno il mondo degli smartphone muove, byte su byte, composti la stragrande maggioranza delle volte da informazioni importanti, come chat, foto, password e dati sensibili che, agli occhi di hacker possono valere davvero oro e che quindi tramutano gli smartphone nella preda perfetta per un malware.

Anche gli smartphone dunque sono infettabili da un malware, il quale generalmente si presenta sotto le mentite spoglie di una comune app per poi, una volta installata, palesare la propria azione patogena per lo smartphone, iniziando a copiare i dati e inviandoli al suo creatore.

 

I segni dell’infezione

Se quindi avete il sospetto che il vostro smartphone possa essere stato infettato da un malware, eccovi alcuni consigli per capirlo, l’essenziale è stare attenti ai dettagli tenendo presente il comportamento classico del vostro smartphone.

Il primo step da cui partire è fare attenzione alle prestazioni, a seguito dell’installazione di un malware, potreste infatti notare un brusco calo delle prestazioni del vostro device senza una spiegazione plausibile immediata, se a ciò dovesse accostarsi la comparsa improvvisa di pubblicità varie sia nel menù a tendina che nella schermata home, allora è molto probabile che sul vostro smartphone possa essere presente un malware.

Un altro segno indicatore della presenza di un malware è la durata improvvisamente ridotta della batteria, il malware infatti esegue delle operazioni in background, cosa che richiede potenza di calcolo del processore e dunque energia, che quindi influirà negativamente sulla cella energetica.

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Pubblicato da
Eduardo Bleve