Scienza e Tecnologia

Al Pentagono inventato un chip che diagnostica in anticipo la COVID-19

Il Pentagono è l’edificio sede del quartier generale del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d’America. All’interno di questo quartier generale, alcuni scienziati hanno iniziato a lavorare sino a mettere a punto un innovativo chip sottocutaneo in grado di inviare un segnale sulla possibile infezione da COVID-19 con circa un giorno di anticipo.

La rivelazione dello sviluppo di questo chip da parte del Pentagono è stata fatta durante il programma 60 Minutes trasmesso dall’emittente CBS. A dare l’annuncio, il colonnello in congedo Matt Hepburn che ormai da otto anni lavora all’agenzia DARPA, con un unico scopo: sgombrare dal campo le pandemie. Mai, come in questo momento storico, abbiamo bisogno di una soluzione all’attuale pandemia da COVID-19 che, in tutto il mondo, ha mietuto finora più di un milione di vittime. L’idea di sviluppare questo dispositivo nasce dopo le 1.271 infezioni

da SARS-CoV-2 registrate a bordo della portaerei USS di Theodore Roosevelt nel 2020.

Gli scienziati del Pentagono, nello specifico, hanno sviluppato un microchip che non traccia i movimenti ma che si trova immerso in un gel simile ad un tessuto umano e che è stato progettato proprio per testare continuamente il sangue del probabile paziente. Il chip si accorge delle reazioni chimiche che avvengono nel sangue e che sono connesse all’infezione dal nuovo coronavirus anticipando così al soggetto che, nel corso delle 24 ore successive, inizierà a mostrare i primi sintomi della malattia.

Dal Pentagono, dunque, arriva una novità assoluta che potrebbe davvero essere utile per cambiare finalmente le carte in tavola permettendoci, una volta per tutte, di essere un passo avanti al virus e, non sempre, un passo indietro.

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Pubblicato da
Redazione