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Xiaomi è finita nei guai negli Stati Uniti, ecco il motivo

Il colosso cinese Xiaomi da alcuni anni è uno dei produttori in grande crescita di popolarità e negli Stati Uniti. Ha provato infatti ad approfittare del vuoto lasciato da Huawei a causa del ban imposto dall’Amministrazione Trump per provare ad ampliare la propria platea di utenti.

Da un lato è riuscita a divenire via via più popolare negli Stati Uniti, almeno sino a quando anche questa azienda è stata colpita da Trump, che ha imposto ad un gruppo di imprese cinesi una serie di divieti. Scopriamo insieme qualche dettaglio.

 

Xiaomi colpita dal Governo USA, ecco il motivo

Secondo quanto riportato dal The Wall Street Journal, la ragione per cui le autorità statunitensi hanno deciso di includere Xiaomi nell’elenco delle società cinesi “pericolose” è da individuare in un premio assegnato dal MIIT nel 2019 al suo fondatore, Lei Jun

e intitolato “Outstanding Builder of Socialism with Chinese Characteristics”.

In seguito all’inserimento di Xiaomi nella lista nera delle autorità statunitensi, il colosso asiatico ha affermato pubblicamente di non avere alcun legame né con l’esercito cinese né con il Governo del Paese comunista. Xiaomi ci ha anche tenuto a precisare di avere in progetto di adire le vie legali per ottenere un risarcimento per i danni subiti a causa del suo inserimento in tale blacklist, danni che sono stati ingenti sia sotto il profilo della popolarità che per quanto riguarda quello prettamente economico.

In sostanza, si preannuncia un braccio di ferro che potrebbe tuttavia riservare delle sorprese se il nuovo Presidente Biden dovesse decidere di modificare i provvedimenti della precedente amministrazione. Non ci resta che attendere per scoprire cosa accadrà in futuro.

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Pubblicato da
Veronica Boschi