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Clubhouse: dove è finita la tanto acclamata privacy?

Clubhouse è il social network rivelazione che ha letteralmente fatto impazzire tutti. Sarà per il fatto di essere a porte chiuse. Oppure la possibilità di condividere solo la propria voce in diretta con gli altri utenti che ascoltano. Comunque una cosa è certa, questa piattaforma per la sua originalità è stata capace di catturare l’attenzione di molti utenti.

Già su Tecnoandroid avevamo parlato dei pericoli nascosti di Clubhouse e dei termini per la privacy non proprio chiari. Non c’è voluto molto tempo prima che questo social network cominciasse a mostrare le sue vulnerabilità. Dove è finita la tanto acclamata privacy? Ecco cosa è successo durante una condivisione “audio”.

 

Clubhouse comincia a mostrare i primi difetti in materia di privacy e dati personali

È doveroso precisare che Clubhouse si basa solo sulla condivisione audio in diretta. Non vengono perciò condivise note vocali e nemmeno archiviate le registrazioni che avvengono durante la condivisione nelle Room. Una volta chiuse infatti è l’applicazione stessa che automaticamente cancella ciò che è stato condiviso. Inoltre essendo un social a porte

chiuse dovrebbe garantire una certa sicurezza in quanto a utenti. In sostanza possono registrarsi solo coloro che vengono invitati direttamente da chi è già iscritto oppure selezionati dall’app stessa.

Pare però che la tanto decantata sicurezza e privacy non sia poi così reale. Infatti a fine febbraio l’applicazione si è trovata ad affrontare il suo primo caso di data breach. In pratica un utente è riuscito, attraverso una falla dell’app, a partecipare contemporaneamente a più Room. Inoltre attraverso un’Api di Clubhouse è riuscito a tramette in streaming su un sito esterno le conversazioni.

Ovviamente Clubhouse è corsa ai ripari espellendo in modo definitivo e permanente l’utente che ha commesso il dolo. Nondimeno un portavoce dell’azienda ha rassicurato l’introduzione di ulteriori “misure di protezione aggiuntive“.

Ad ogni modo sono molti gli esperti a essere preoccupati sull’effettiva sicurezza e protezione delle conversazioni. Diversi infatti sostengono che queste, contrariamente a quanto dichiarato dall’azienda di Clubhouse, non possono definirsi private.

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Pubblicato da
Osvaldo Lasperini