Vas è l’acronimo di “Value added service” con il quale si chiamano (e si pagano anche profumatamente) tutti i servizi a sovrapprezzo, detti anche “a contenuto” o “premium”. Quei servizi forniti da soggetti terzi e non direttamente dalle compagnie telefoniche e che in molti casi possono essere attivati sullo smartphone per errore o quasi senza saperlo, salvo poi vedersi addebitare il costo sull’abbonamento o scaricando il credito residuo della carta prepagata.

Tutte le informazioni sulla questione

La stretta ai servizi Vas – si va dal meteo agli oroscopi, dalle suonerie ai giochi, dalla musica in streaming alle news – scatterà definitivamente dal 21 marzo grazie a una delibera dell’Agcom, l’Autorità di controllo delle comunicazioni che, a dire il vero, era già intervenuta nel 2019 con un codice di autoregolamentazione proposto dalle compagnie telefoniche e dai fornitori dei servizi premium.

Ma senza ottenere l’effetto sperato verso quei servizi a sovrapprezzo già oggetto in passato di sanzioni dell’Authority e persino inchieste della magistratura. Adesso però, grazie all’ultima delibera dell’Authority, le cose finalmente dovrebbero cambiare a favore dei consumatori.

L’Agcom, grazie anche al contributo delle associazioni di consumatori tra cui quello di Altroconsumo che aveva più volte denunciato il rischio-Vas, ha stabilito che sulle nuove Sim deve essere impostato un blocco di default per i servizi premium che potrà essere rimosso solo dall’utente. La nuova procedura di attivazione permette inoltre di provare e documentare il consenso espresso dell’utente.

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