diritto-alla-riparazione-regole-elettrodomestici

Il diritto alla riparazione è sempre un argomento alquanto complicato. Detto questo, negli ultimi anni sono stati fatti passi da gigante e ora in Unione Europea sono entrate in vigore delle nuove regole proprio in merito a questo. In sostanza, le compagnie che vendono alcuni elettrodomestici, nello specifico frigoriferi, lavatrici, asciugacapelli e televisori e monitor dovranno garantire una riparazione fino a 10 anni.

Per ora riguarda solo questi modelli, ma come le nuove etichette per la certificazione delle classi energetiche ci sarà un periodo di assestamento e di aggiornamento. L’obiettivo è di arrivare ad avere un supporto su ogni prodotto. In sostanza cosa significa però?

Il filo conduttore comune tra le etichette e il diritto alla riparazione riguarda la riduzione di sprechi e la creazione di rifiuti inutili. Al momento solo in Europa si accumulano tonnellate di rifiuti anche a causa dell’istinto di buttare gli elettrodomestici dopo anche solo un malfunzionamento. L’idea è di impedirlo fornendo riparazioni più immediati, semplici e non costose.

 

Diritto alla riparazione: nuove regole in Unione Europea

Le parole di Daniel Affelt, responsabile di un gruppo di ambientalisti e riportare dall’Associated Press: “Questo è davvero un grande passo nella giusta direzione. La gente vuole riparare i propri elettrodomestici. Quando dici loro che non ci sono pezzi di ricambio per un dispositivo che ha solo un paio di anni, allora sono ovviamente davvero frustrati da questo.”

Tutti i nuovi modelli dei dispositivi sopracitati dovranno arrivare con manuali di istruzione aggiornati. I manuali di riparazione dovranno garantire una facilità nello smontare per poter riparare eventuali danni con strumenti non convenzionali. Ovviamente non ci si aspetta che tutte le persone comuni si mettano a riparare il proprio frigorifero, ma in più lo faranno e meno rifiuti ci saranno.

Articolo precedenteAmazon: le migliori offerte quasi gratis nel nuovo elenco segreto
Articolo successivoGame Stop: possibili profili fake dietro il rialzo delle azioni GameStonk