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Vishing: come difendersi dalla truffa del “consenso rubato”

Il vishing, acronimo di voice phishing, è una truffa messa in atto da un finto operatore che si spaccia per un call center di una banca o di un altro ente. L’obbiettivo è il furto dei dati personali dell’utente e l’accesso al suo conto corrente. Spesso il metodo utilizzato prende il nome di “consenso rubato“. Ecco come funziona il raggiro e come difendersi per non caderne vittima.

La truffa del consenso rubato

Il vishing è una vera e propria truffa messa in atto da un criminale che attraverso una telefonata contatta gli utenti al fine di estorcere informazioni privateL’obbiettivo è identico al phishing che sfrutta gli sms e le email. Infatti il finto operatore, che si spaccia per un call center di qualche banca o altri servizi, crea nell’utente un senso di panico e urgenza. Il suo fine è quello di portare la persona a dire ciò che letteralmente vuole sapere.

In questo mondo spietato, che prende il nome di cybercrime, non è difficile realizzare un ID di chiamata falso. Gli obbiettivi del vishing possono essere vari, da chi cerca di chiudere più contratti possibili, a coloro che li chiudono senza che il cliente se ne accorga. Infine c’è anche chi estorce i dati di accesso ai conti correnti per mettere a segno un vero e proprio furto.

Molti allora si chiederanno come riconoscere il vishing e difendersi dalla truffa del “consenso rubato”. La risposta è tanto semplice quanto è difficile questo raggiro per metterla in pratica.

In sostanza quando un operatore chiama non bisogna mai comunicare i propri dati personali. Inoltre a domande dirette mai dare risposte dirette. In questi casi occorre quindi dimenticare i “sì” e i “no”.

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Pubblicato da
Alessandro Papa