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La guerra commerciale degli Stati Uniti ha costretto Huawei a ridimensionarsi. Se l’anno scorso, prima della pandemia, il colosso cinese aveva comunque intenzione di schiacciare tutti, soprattutto nel mercato degli smartphone, tutto è precipitato di nuovo. Con alcune mosse intelligenti da parte del governo statunitense, la compagnia si è ritrovata a dover vendere Honor e a dimezzare la produzione di smartphone.

Ovviamente è stata una brutta batosta, ma Huawei non è nata come produttore di smartphone e come quest’ultimi sono semplicemente stati un business come altri, in cui ha quasi dominato per un po’, tale perdita non implica di certo un fallimento della compagnia.

Sono molti i settori in cui ha messo le mani e non molto di recente si è avvicinato a qualcosa di nuovo e particolare, gli allevamenti di maiali. No, non è un nuovo modo di dire simile a “dalle stelle alle stalle”, ma è solo la realtà dei datti. Dal produrre smartphone sono passati ai maiali, ma in che senso?

 

Huawei e l’allevamento di maiali

Huawei è anche nota per avere sviluppato sistemi di riconoscimento facciale poi usati dal governo cinesi. In questo caso ha portato questa tecnologia negli allevamenti, un vero e proprio software di riconoscimento facciale per maiali. Per le industri del settore è una svolta importante perché faciliterà il monitorare i singoli capi e segnarsi i dati importanti come il peso e la dieta.

le parole di un portavoce di Huawei: “L’allevamento di suini è un altro esempio di come cerchiamo di rivitalizzare alcune industrie tradizionali con le tecnologie Information and Communications Technology per creare più valore per le industrie nel Era 5G”. Apparentemente in Cina ci sono il 50% dei maiali vivi del mondo, un’ottima opportunità di guadagno insomma.

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